Siamo alle solite, dopo ogni strage sul lavoro ricomincia il festival delle promesse cui dovrebbe seguire un nuovo decreto legge in materia di lavoro.
Leggeremo il testo del decreto, ma dalle dichiarazioni rilanciate dai giornali alcune considerazioni si possono fare. Sicuramente dal punto di vista dei controlli ispettivi l’aumento di Personale è del tutto insufficiente se non si rafforzano in modo consistente le dotazioni delle Regioni e delle ASL in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Così come promettere percentuali di aumento dei controlli, il 40% in più, non significa nulla, a maggior ragione partendo da una situazione come quella attuale in cui il numero di controlli è irrisorio. Molto grave è il rifiuto di rafforzare il peso negoziale dei Lavoratori ripristinando la parità di trattamento economico e normativo per tutti i lavoratori di tutta la filiera degli appalti come chiesto dalla Cgil e come previsto da una legge che è stata cancellata nel 2003. Non ripristinarla vuol dire di fatto lasciare la giungla del subappalto. Vergognoso la decisione di valutare la vita di un lavoratore 20 punti di una patente recuperabili con corsi di formazione.
Parimenti non è più accettabile il netto rigetto della proposta d’introdurre nel codice penale il delitto di omicidio sul lavoro che nel caso di omicidio stradale è stato introdotto a tamburo battente. Lo stesso discorso vale per il rifiuto nei confronti della costituzione di una Procura Nazionale per i reati concernenti la sicurezza nei luoghi di lavoro e di Procure Distrettuali con elevata specializzazione tecnica ed adeguata disponibilità di ufficiali di polizia giudiziaria.
Solo promesse dunque, e per di più insufficienti, utili a passare la nottata che testimoniano ancora una volta l’insensibilità anche di questo governo verso la strage quotidiana di figli della classe operaia.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea