Non abbiamo ancora superato lo sconcerto, la rabbia e il dolore per i 5 lavoratori morti nel cantiere Esselunga di Firenze che arriva un’altra mazzata: un altro operaio è morto, schiacciato da una macchina di cui faceva la manutenzione, anche lui alle dipendenze di una ditta in appalto, questa volta nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra.
Non bastano più le parole per dire lo sdegno per questo stillicidio quotidiano di vite stroncate di cui portano la responsabilità morale questo e i governi che l’hanno preceduto per l’illegalità che lasciano colpevolmente operare; per esprimere la riprovazione per il sacrificio di tante vite, fratelli, sorelle, padri e madri immolate giorno dopo giorno, anno dopo anno, al moloch del profitto.
Sentiamo come un peso l’inutilità delle sole parole, sarebbe da tempo il momento di una lotta vera, una vertenza che non si fermi finché non si ottengono finalmente risultati veri.
Ne scriviamo perché il silenzio fa il gioco di chi punta da sempre a far passare quelli che in moltissimi casi sono dei veri e propri omicidi come delle tragiche fatalità senza responsabili di fronte a cui non si può far nulla e quindi, a far prevalere la rassegnazione e l’assuefazione.
Bisogna allora resistere e non stancarsi di denunciare, ma occorre soprattutto impegnarsi per costruire la mobilitazione più ampia possibile e in grado di continuare nel tempo non fermandosi alla protesta per il caso del giorno; una lotta sia per l’applicazione delle leggi potenziando i controlli oggi sotto il minimo necessario e per il loro miglioramento affiancata da una battaglia culturale che sollevi nel paese una rivolta diffusa contro tutte le illegalità che mettono a rischio la sicurezza, la salute e la vita di chi lavora per vivere.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea