Rifondazione Comunista parteciperà domani alla manifestazione in Piazza Santi Apostoli a Roma contro l’autonomia differenziata e il premierato. La nostra distanza programmatica dai partiti dell’opposizione parlamentare che hanno indetto la manifestazione, in primis sulla questione della guerra, non ci impedisce di condividere la necessità della più ampia mobilitazione unitaria per la difesa della Costituzione.

Non vi può essere alcuna sottovalutazione della pericolosità delle proposte che sta portando avanti il governo Meloni. Di fronte all’aggressione violenta al deputato Donno, a cui va la nostra solidarietà, e alla sua giustificazione da parte della Presidente del Consiglio e del complesso della destra bisogna rispondere con la più ferma condanna.

Quel che resta della democrazia costituzionale sta per essere definitivamente stravolto dall’autonomia differenziata e dal premierato. Occorre una risposta democratica e antifascista che consenta di battere nei referendum questa destra.
Va ricordato che l’attacco alla Costituzione da parte del governo Meloni è stato reso possibile da una pessima legge elettorale che ha dato a una minoranza nel paese una larga maggioranza nel parlamento.
Soltanto il ritorno a una legge proporzionale consentirà di riprendere la via maestra tracciata dalla Costituzione e riportare alle urne la maggioranza della popolazione che si astiene perché la semplificazione bipolare ha reso le istituzioni sempre più impermeabili e incapaci di essere specchio del paese.
La spallata di questa maggioranza di estrema destra alla Costituzione è stata resa possibile dalle scelte del centrosinistra che ha aperto l’autostrada su cui Calderoli e Meloni stanno marciando.
La proposta di Calderoli è oggi possibile grazie alla modifica del Titolo V della Costituzione imposta con pochi voti di maggioranza dal centrosinistra nel 2001 a cui solo noi ci opponemmo.
Da anni lavoriamo con i comitati contro l’autonomia differenziata, mentre il PD e lo stesso M5S strizzavano l’occhio alle richieste dei presidenti di Lombardia e Veneto votando si nei referendum per l’autonomia, associandosi a loro come ha fatto l’Emilia Romagna con Bonaccini (che non ha ancora ritirato intesa nonostante migliaia di firme), siglando intese come fece Gentiloni. Ricordiamo che il presidente Bonaccini non ha ancora ritirato le intese sull’a.d, nonostante le migliaia di firme raccolte dai comitati emiliani.
Lo stesso premierato è stato legittimato nelle teste di milioni di cittadine/i con l’elezione diretta dei sindaci e ancor peggio, per l’assenza di doppio turno, con quella dei presidenti delle regioni. Per non parlare della rigida separazione delle carriere dei magistrati che renderà i PM dipendenti dall’esecutivo, come proponeva, la Bicamerale D'Alema-Berlusconi.
Saremo in piazza per la difesa della Costituzione e della unitarietà della Repubblica, contro la prepotenza di una destra che non nasconde la sua matrice fascista.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Tonia Guerra, responsabile campagna contro autonomia differenziata del Partito della Rifondazione Comunista

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