di Antonio Marotta*
Ancora una volta le vicende politiche palermitane e siciliane assumono il carattere di laboratorio politico.
Le anticipazioni delle formule oggi sperimentate a Palermo potrebbero trovare, infatti, future conferme sul quadro nazionale, per le analogie sui temi dell’opposizione sociale e politica e della formazione delle rappresentanze istituzionali, determinate da una nuova probabile legge elettorale che potrebbe introdurre come in Sicilia alte soglie di sbarramento.
Il governo regionale del Presidente Lombardo, recentemente oggetto di richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio con i boss, che vede la partecipazione del PD insieme al terzo polo, ma anche la recente costituzione del governo nazionale Monti, hanno rivestito un ruolo chiave nella fase di costituzione delle coalizioni in questa tornata elettorale siciliana.
Ed ancora in tale contesto è significativo il fenomeno di disgregazione e di riaggregazione trasversale a tutti i partiti di componenti e lobby interne, che si autonomizzano scegliendo di schierarsi liberamente, condizione che crea coalizioni anomale, anticipatrici di possibili scenari nazionali. Il superamento del sistema bipolare che si percepisce chiaramente negli avvenimenti politici siciliani diviene l’elemento chiave per capirne gli sviluppi.
L’esigenza di contrastare il l tentativo dell’MPA e di una parte del PD di riproporsi uniti nei comuni chiamati al voto, è stata il terreno su cui si è costruita una prima aggregazione delle forze di sinistra e di centrosinistra che rivendicavano, a partire da una netta opposizione al governo Lombardo, la necessità di ricostituire un fronte democratico ampio di centrosinistra che, in quest’ottica, potesse riconquistare anche lo stesso PD, o parte di esso.
Abbiamo esercitato in tale fase una forte pressione, in particolare sollecitando la radicalità di IdV e la coerenza di Leoluca Orlando, con una proposta netta: nessun accordo è possibile , ne al primo ne al secondo turno, con l’MPA ed il terzo polo.
L’iniziale prestigiosa candidatura, da parte del PD nazionale,di Rita Borsellino, assolutamente contraria ad ogni accordo con il terzo polo, aiutava tale processo rafforzando l’unità della sinistra della coalizione.
Si costruisce, così, un’alleanza basata su una forte unità di vedute fra la Federazione della Sinistra ed Italia dei Valori, a cui si aggregano i Verdi, che insieme legano le questioni locali a quelle nazionali.
Le posizioni altalenanti di SEL, che ripropongono lo scenario delle amministrative di Napoli, evidenziano il forte condizionamento che questa subisce dal rapporto privilegiato con il PD, da mantenere ad ogni costo ed a qualsiasi prezzo. SEL si manifesta, nella vicenda palermitana, come se fosse una componente di sinistra interna-esterna al PD.
In tale contesto Rita Borsellino affronta le primarie fiduciosa della vittoria, senza comprendere che queste sono divenute ormai un terreno scivoloso e la tomba stessa del progetto politico dell’unità del centrosinistra. L’ala filolombardiana del PD, capitanata dai deputati Cracolici e Lumia, che non può consentire la messa in discussione dell’accordo regionale, utilizza strumentalmente le primarie sostenendo Fabrizio Ferrandelli, ormai disponibile ad ogni alleanza, determinandone la vittoria.
Occorre alla luce dell’esperienza palermitana porre con forza l’incongruenza delle primarie come tema nazionale per trovare nuove forme partecipate e maggiormente trasparenti.
La storia delle primarie di Palermo è innanzitutto storia di un voto inquinato dalla partecipazione di cittadini elettori dei partiti del terzo polo. Ma è anche storia di brogli, oggetto di attenzione della magistratura che sta indagando su una rappresentante di lista di Ferrandelli, che hanno determinato l’annullamento da parte della commissione di garanzia dell’intero voto espresso nel seggio del quartiere dello ZEN. In una città come Palermo dove il voto di scambio, la compravendita del consenso sono pratiche diffuse, l’esito delle primarie non può minimamente essere oscurato da comportamenti inaccettabili e da risultati discutibili.
Ma la scelta delle primarie come metodo da preservare a qualsiasi costo è prevalsa al di là della valutazione di un reale coinvolgimento del popolo della sinistra e dei gravi fenomeni di inquinamento delle stesse. Negarne il risultato per tutto il PD ed ancor di più per SEL significava mettere in crisi il sistema stesso delle primarie.
Sull’esito delle primarie si determina la spaccatura trasversale del centrosinistra, da una parte tutto il PD e SEL con Ferrandelli, sostenuto dai fautori dell’accordo con il terzo polo e con L’MPA di Lombardo, e dall’altra una coalizione di sinistra con IdV , Federazione della Sinistra ed i Verdi, che da sempre ha manifestato la netta opposizione a soluzioni compromissorie e trasformistiche.
La candidatura di Orlando, il sindaco della primavera palermitana, riapre le speranze di cambiamento e di riscatto di una città in profonda crisi economica e sociale, sfregiata dal governo del centrodestra del sindaco Cammarata. Una “Venere degli stracci” di Pistoletto, magnifica ma inondata dalla spazzatura.
Leoluca Orlando, alla testa di una coalizione di sinistra, può cancellare l’esperienza negativa di un comune che non riesce ad assicurare l’inquadramento ad i suoi lavoratori precari e che si avvia verso il default finanziario. Palermo deve necessariamente marcare una profonda discontinuità con il passato ma anche con il presente segnato dal compromesso e dal trasformismo politicista, deve ripartire con la difesa dei beni comuni e dell’acqua pubblica, con la lotta alla mafia ed ai poteri criminali.
Su questi temi abbiamo costruito la lista della sinistra e degli ecologisti per Palermo costituita dalla Federazione della Sinistra ed i Verdi primo momento di un progetto di aggregazione della sinistra diffusa palermitana. Una lista costruita da uomini e donne espressione di lotte e di movimenti veri, capeggiata dalla compagna Letizia Battaglia, intellettuale ed artista di stampo europeo, e da figure significative come Franca De Mauro o Barbara Evola leader dei precari della scuola, da Delfine Nunes mediatrice interculturale, da Giuseppe Salomone lavoratore in lotta della coop XXV Aprile e Giuseppe Bova operaio dei Cantieri Navali, da Matilde Incorpora, architetto espressione del movimento “marenegato” e da Franco Ingrillì , medico, protagonista del film denuncia sulla mala sanità in Sicilia “la mafia è bianca”, e da tanti altri ed altre riconosciute ed autorevoli compagni e compagne. Significativa è la presenza all’interno della lista anche di diversi compagni già iscritti a SEL ma che non ne hanno condiviso le scelte incoerenti, tra i quali i compagni Ermanno Giacalone, ex consigliere comunale, e Dario Sulis, affermato musicista palermitano, che testimoniano la correttezza delle nostre intuizioni.
Superare lo sbarramento del 5% non sarà certo semplice, ne tantomeno un pranzo di gala, ma possiamo con consapevolezza ritenere di aver già costruito tutte le premesse possibili per realizzare a Palermo, laboratorio politico, l’unità della sinistra e l’avanzata della Federazione della Sinistra.
* Segretario Regionale PRC Sicilia