di Felice Roberto Pizzuti

Aderisco all'appello contro il «furto d'informazione» pubblicato su il manifesto del 24 luglio.
A distanza di cinque anni dall'inizio della crisi si continua ad affrontarla con politiche che ripropongono la stessa visione economico-sociale che ha contribuito a determinarla; infatti la stanno aggravando.
Il più serio ostacolo al superamento della crisi è riassumibile nel persistente dominio dell'intreccio tra gli interessi materiali e le teorie legati al modello neoliberista che ha dominato negli ultimi tre decenni. Le crisi di carattere epocale prima o poi mettono in discussione anche il senso comune diffuso nell'opinione pubblica. Ma questi cambiamenti non sono semplici e il loro esito non è scontato.

Come scriveva Keynes nella sua «Teoria generale» di critica al modello liberista che precipitò nella grande crisi degli anni '30, «la difficoltà non sta nelle idee nuove, ma nell'evadere dalle idee vecchie, le quali per coloro che sono stati educati come lo è stata la maggioranza di noi, si ramificano in tutti gli angoli della mente».
Il superamento in direzione progressista della crisi attuale richiede dunque anche un grande sforzo di informazione e diffusione della critica a quello che è stato il «pensiero unico» il quale, però, continua ad essere praticato e difeso come tale dalla classe dirigente ancora dominante.
Non è strano che un appello contro il «furto d'informazione» esca su il manifesto; è necessario che entrambi abbiano una crescente diffusione.

 

 

 

 

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