di Alessandro Gilioli
In quel 33 per cento di voti ottenuti quattro anni fa dal Pd ce n’erano molti, moltissimi, che non erano né consensi storici dei due partiti di provenienza, Ds e Margherita, né di elettori affascinati dal sogno veltroniano della ‘buona politica’ di cui Walter aveva straparlato per anni. Semplicemente, erano voti di persone che, molto pragmaticamente, ritenevano insano e insensato che per la terza volta, in questo Paese, salisse al potere un conclamato bugiardo tycoon mediatico che aveva a cuore soltanto la sua sorte e i suoi interessi economici.
Insomma, era un voto contro, un tentativo di diga per evitare – tentare di evitare – che l’Italia affogasse.
Andò come si sa, e pochi giorni dopo la terza vittoria del trio Berlusconi Bossi Fini, il Pd di Veltroni era giá lì a tendere la mano, a proporre il “dialogo”, mentre quell’altro sghignazzava e si preparava i lodi Alfano, i legittimi impedimenti, i Minzolini, le prescrizioni, le leggi bavaglio e tutte le schifezze ad personam che abbiamo visto.
Misteriosamente, il Pd iniziò a calare nei sondaggi, e tanto più incerta e molle era la sua opposizione, quanto minori erano i consensi, finchė Veltroni non fu costretto a levare le tende lasciandoci in eredità i vari Calearo.
Adesso pare che Berlusconi voglia ripresentarsi in prima persona, e che nel Pd si brindi, perché il Caimano “polarizza” – spiegano gli esperti di flussi elettorali – e la sua ingombrante presenza alzerebbe le quotazioni del suo partito ma per converso anche quelle del suo principale avversario, insomma ci sarebbe meno polverizzazione tanto a destra quanto a sinistra, una mano santa per i due partiti più grossi.
Beh, tutta questa pippa per dire, semplicemente: no, non sperateci. Non sperateci che la paura del Cavaliere di ritorno vi procuri un solo voto in più di quello che meritate. Di quello che meritate per quello che fate e proponete voi. Non camperete più sui demeriti e sulle porcherie degli altri.
Questa volta, mi dispiace, liberi tutti.
O almeno libero io: che nel 2008 ho ceduto al ricatto, ma era la prima e l’ultima volta.
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