di Alfiero Grandi e Mario Tronti
“Negli ultimi anni si sono verificate numerose occasioni di divisioni tra le organizzazioni sindacali confederali, e non solo, che pongono un problema tuttora irrisolto di regolazione della contrattazione della contrattazione e in particolare della sua efficacia verso i lavoratori interessati. L’articolo 39 della Costituzione dalla sua entrata in vigore in realtà non ha avuto una reale attuazione, stante una costituzione materiale diversa da quella ipotizzata dai costituenti e questo ha lasciato irrisolto un problema tanto più cogente nella fasi come questa di crisi e difficoltà economiche, tanto più in presenza di una crisi dell’unità sindacale che ha caratterizzato un’intera epoca delle relazioni sindacali nel nostro paese.
Naturalmente è del tutto evidente il valore che avrebbe realizzare una ripresa del percorso unitario tra le maggiori confederazioni sindacali, tuttavia non si può lasciare una situazione di incertezza come l’attuale che spesso vede sovrapporsi il terreno delle regole con il dissenso di merito fino a generare processi di esclusione immotivata dalla contrattazione. Infatti agli accordi si può legittimamente decidere di non aderire ma gli accordi debbono avere la capacità di un coinvolgimento dei lavoratori sufficientemente fondato su una procedura di approvazione certa e regolata.
L’accordo del 28 giugno 2011 tra le maggiori confederazioni sindacali e le organizzazioni dei datori di lavoro ha affrontato un primo importante sistema di possibili regole, che tuttavia in parte rischiano di essere inefficaci in assenza di un sostegno legislativo e in parte non risolvono, del resto non potevano non avendo forza di legge, aspetti determinanti nella procedura decisionale.
Le regole stabilite contrattualmente chiamano in causa proprio l’assenza di una regolazione legislativa in grado di rendere chiaro quando organizzazioni sindacali rappresentative hanno diritto di concludere un accordo, quando esso è valido perché legittimato da una forma di rappresentanza o di coinvolgimento di tutti i lavoratori, quando si applica a tutti i lavoratori interessati.
In questo quadro l’articolo 8 della legge… rappresenta un ostacolo anziché un contributo a risolvere i problemi e quindi questo articolo andrebbe preliminarmente abrogato per lasciare il campo ad una nuova e diversa regolazione legislativa che renda chiaro che di norma le leggi non sono derogabili (salvo esplicita delega alle parti) in quanto prevedono diritti inalienabili dei lavoratori, che non possono essere derogati, cosa debba essere deciso dalla contrattazione nazionale e in quell’ambito da quella aziendale o territoriale.
Al fine di favorire il lavoro della prossima legislatura ricordiamo che in una recente legislatura fu trovato un largo accordo su un testo di legge che affrontava le questioni della rappresentanza e della rappresentatività. Questo testo legislativo può rappresentare un’utile base, come del resto la riforma introdotta nel settore pubblico, per affrontare e riformare l’insieme della questione.
L’esclusione pregiudiziale di organizzazioni sindacali dalla contrattazione e dai diritti sindacali, in particolare dal diritto di esercitare il loro ruolo nei luoghi di lavoro, perché non hanno firmato l’accordo raggiunto con la o le imprese è inaccettabile. A nostro avviso contrario alla Costituzione.
Per queste ragioni sommariamente esposte vi chiediamo di prendere impegno a risolvere nella prossima legislatura questo problema che si trascina da troppo tempo e che ora rischia di diventare un elemento di freno alla realizzazione di accordi sindacali in una fase particolarmente difficile e nella quale il coinvolgimento regolato e consapevole dei lavoratori è decisivo per affrontare positivamente le prove del nostro paese.
Vi chiediamo quindi di inserire nel vostro programma per le ormai prossime elezioni politiche l’approvazione di una legge di riforma della rappresentanza e della rappresentatività sindacale in modo da realizzare un avanzamento della democrazia nei luoghi di lavoro.”
*) Alfiero Grandi è Presidente dell’Associazione per il rinnovamento della Sinistra
*) Mario Tronti è Presidente del centro Riforma dello Stato