di Stefano Palmieri
Al centro delle polemiche da ormai molto tempo, il procuratore aggiunto della Dda di Palermo Antonio Ingroia ha da poco deciso di accettare un incarico delle Nazioni Unite in Guatemala. Prima, però, sono da completare gli ultimi adempimenti dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Articolotre.com lo ha incontrato per trasmettergli la solidarietà del giornale rispetto alla sua attività di magistrato antimafia, approfittandone per rivolgergli qualche domanda.
Negli ultimi giorni è stato al centro il dibattito sui diritti degli omosessuali. Lei da cittadino e da giurista che posizione ha in merito?
Penso innanzitutto che vi siano state dichiarazioni fondate su odiose discriminazioni non degne di un paese civile e che l’Italia sia molto indietro da questo punto di vista rispetto a tante democrazie avanzate: è uno dei tanti terreni sui quali dobbiamo fare molta strada.
Noi abbiamo ricevuto molte lettere in seguito alla notizia della sua partenza verso il Guatemala. Un lettore in particolare ci ha scritto: “Ingroia che parte, è come i giovani che cercano fortuna all’estero: per questo in Italia non ci sarà più speranza”
Intanto ringrazio di tutto l’affetto e il sostegno che traspare da queste lettere, sia quelle che mi chiedono di restare sia quelle che rispettano la mia decisione ma con un po di malinconia. A tutti questi dico prima di tutto che si tratta non di un addio ma di un arrivederci, secondo che non farò mancare la mia presenza, la mia voce, verro in Italia, parteciperò al dibattito italiano, cercherò di essere presente. Inoltre credo che ciascuno di noi deve avere consapevolezza che nell’attività professionale ci possono essere fasi diverse. Da vent’anni faccio il procuratore antimafia, con qualche risultato positivo, e nella mia attività ha avuto un peso centrale la ricerca della verità sulla trattativa Stato-mafia , perciò credo che concludendo le indagini che stiamo completando con gli ultimi adempimenti si chiuda una fase della mia carriera e penso che con soddisfazione possiamo dire che un passo avanti verso la verità si è fatto. Dopodiché la lotta per la giustizia e legalità dobbiamo guardarla non solo nel nostro Paese ma nel mondo: la mia idea è creare i presupposti per un antimafia internazionale che combatta la mafia internazionale, poi una volta sviluppata la piattaforma magari tornerò in Italia arricchito di un’esperienza importante.
Si è più volte definito partigiano della Costituzione. Cosa significa per lei l’articolo 3?
Il principio di uguaglianza è stato spesso scritto nella Costituzione ma disapplicato nella realtà e siccome è uno dei principi fondanti della nostra democrazia, noi dobbiamo essere partigiani della costituzione perché dobbiamo difenderlo nella quotidianità contro ogni forma di ingiustizia, dobbiamo fare in modo tale che questo principio di grande importanza sia messo a frutto davvero: per questo rinnovo il mio sentirmi un partigiano della Costituzione.
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