di Lorenzo Mauro
Oggi potrebbe essere stata messa la parola fine a qualsiasi ipotesi di alleanza che veda insieme Pd e Idv. Sono sempre di meno coloro che assicurano che, nonostante le apparenze, l’accordo tra Bersani e Di Pietro resta in piedi. Le evidenze, in tal senso, superano le indiscrezioni e le proiezioni. Tonino sta continuando nell’attacco diretto e negli ultimi giorni ha come bersaglio non tanto i democratici, quanto più il presidente della Repubblica.
E siccome Napolitano oggi ha ricordato urbi et orbi che il destino della legislatura resta nelle sue mani, è facile immaginare che ogni decisione verrà accompagnata da qualche consiglio interessato sullo scenario politico futuro.
La debolezza di Di Pietro è la stessa di Pierluigi Bersani. Il segretario vuol tenere duro sul Porcellum- in grado di offrirgli più chance per la leadership- per questo i beninformati descrivono il suo rapporto con il Colle come gelido. Napolitano continua invece a lanciare appelli(a vuoto) per una rapida intesa, anche oltre le sue prerogative. Ma dalla nomina di Monti il ruolo del Quirinale è stato molto più rilevante rispetto al peso registrato durante il governo Berlusconi: è questa una delle accuse della sinistra e di Di Pietro, per il quale siamo vicini all’“assolutismo”. La cosa certa è che queste parole allontanano sempre di più Tonino dalla coalizione di centrosinistra, avvicinandolo a Grillo e Ferrero. Forse la sua tattica dipende dall’aver già capito l’antifona. Forse scommette sul Monti bis ed elezioni a novembre, tanto decide Napolitano. Nel frattempo gli incubi rovinano il sonno di Bersani: a Palazzo Chigi ci ha già rinunciato una volta.
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