di Giuliano Ezzelini Storti

Ancora una volta la Provincia di Vicenza si trova al centro dello "scacchiere" di guerra targato USA. Ancora una volta il territorio vicentino, in particolare il comune di Longare, paese limitrofo alla Città del Palladio, sarà deturpato da una nuova Base, che sarà ottenuta dalla ristrutturazione e dall'ampliamento di un vecchio sito denominato Base "Pluto".
Potrà sembrare strano agli occhi di chi non è vicentino, ma la nostra realtà, oltre a ospitare la storica caserma USA Ederle (da 50 anni presente in Città), oltre ad avere subito un ulteriore sfregio con la ormai ultimata costruzione di una seconda Base in una delle poche aree verdi del capoluogo all'ex aereoporto Dal Molin, adesso vedrà costruire in una vecchia casermetta di Longare un centro di addestramento.

Si tratta dunque di un'altra struttura militare e la notizia, non a caso, è appena trapelata, notificata a "mezza bocca", beccati quasi con le "mani nella marmellata".

Infatti, la cosa più preoccupante è che tale nuova struttura sarebbe stata fatta senza dire nulla a nessuno,se non fossero stati "beccati",  memori probabilmente gli Stati Uniti e il nostro Governo di quanto accaduto qualche anno fa?

Né il Comune di Longare, né il Comune di Vicenza, né la Provincia, che giustamente hanno deciso insieme di scrivere nei prossimi giorni al Presidente della Repubblica Napolitano per esprimere la loro contrarietà, erano stati avvertiti.

Dicono dalla "Ederle" che il progetto, per il momento, è fermo per mancanza di fondi: ma se questi soldi si trovassero? Il progetto partirebbe?

Il punto però è un altro: potrà l'Italia, nel caso specifico Vicenza, sopportare ancora una situazione così offensiva della propria potestà decisionale? Potranno ancora una volta le popolazioni beriche subire il sopruso di una terza Base USA sul proprio territorio senza esprimere opinione?

Questa nuova costruzione non sarà, infatti, fine a se stessa, bensì sarà il simbolo della servitù militare dell'Italia nei confronti degli USA.

Allora, la volontà Americana di costruire anche a Longare un nuovo punto strategico di Guerra in europa deve essere bloccato.

Per fare questo però deve nascere o rinascere un movimento popolare, che possa condurre insieme ad altri territori d'Italia che subiscono trattamenti analoghi, una mobilitazione nazionale contro le servitù militari che sembrano sempre più "schiavitù militari".

A questo scopo, le divisioni che si sono prodotte in questi anni all'interno del movimento "No Dal Molin" vanno accantonate, le gelosie, i piccoli sgambetti, vanno messi nel cassetto.

Non può e non deve più riprodursi la corsa a chi parte prima, a chi "segna il territorio per primo", ma si deve, con la dovuta "calma velocizzata", costruire un percorso che possa rincoinvolgere tutto il territorio vicentino in una mobilitazione che come primo punto blocchi la ristrutturazione di "Pluto" a Longare e fissi una scadenza entro la quale gli americani dovranno liberare Vicenza dalla loro presenza.

Per quanto ci riguarda, sia a livello nazionale sia a livello locale, ci impegnamo fin da subito a costruire una mobilizione nazionale importante contro le servitù militari.

Stavolta dobbiamo durare un minuto più di loro: chi ci sta a lavorare con noi in questa direzione?

 

 

 

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