di Paolo Ferrero

La Bce cerca di rendere eterne le politiche del governo Monti.  La gabbia del Fiscal Compact viene infatti rafforzata dalla decisioni prese il 6 settembre da Mario Draghi.
Lo La Bce di fronte alla speculazione aveva tre alternative:
1) Lasciare libera la belva – come voleva la banca centrale tedesca – con il rischio che la speculazione facesse rapidamente saltare l’euro e producesse un disastro economico di dimensioni colossali.
2) Mettere in gabbia la belva, decidendo l’acquisto dei titoli di stato in modo illimitato e senza condizioni. Avrebbe chiuso una volta per sempre la partita con la speculazione.
3) Mettere alla belva una catena lunga abbastanza da non far mangiare nessuno ma da tenere le fauci spalancate a un centimetro dal naso dei primi della fila: Spagna, Italia, Portogallo, etc etc.


La Bce ha fatto quest’ultima scelta con l’obiettivo di mantenere l’euro e di obbligare gli stati a tagliare il welfare e a privatizzare tutto. Gli stati infatti – se oggetto ad attacchi speculativi – dovranno chiedere l’intervento e firmare attraverso un memorandum (come la Grecia) un piano di aggiustamento strutturale che toglierà ogni sovranità economica al paese in questione obbligando a politiche di tagli duri e continuati.
La Bce ha quindi messo in essere un meccanismo sofisticato in cui invece della speculazione continua vi è il ricatto continuo di lasciar mano libera agli speculatori.
In questo modo si avranno tre effetti:
1) La distruzione del welfare e un gigantesco piano di privatizzazioni.
2) Una recessione senza fine in Europa.
3) Alla fine l’euro è destinato probabilmente ad esplodere ugualmente perché le dinamiche strutturali dell’economia europea – accentuate da questa decisione – non sono di convergenza tra le economie dei diversi paesi ma divergenti.
Non sfugge a nessuno che in questo modo si cerca di rendere eterne le politiche del governo Monti: oltre al vincolo del Fiscal Compact vi sarà il ricatto continuo del memorandum “per fermare la speculazione”. Molto probabilmente il governo Monti firmerà il memorandum dopo le elezioni statunitensi e dopo che lo avrà fatto anche la Spagna.
E’ quindi evidente che qualsiasi governo vi sarà in Italia dopo le elezioni, o metterà in discussione Fiscal Compact e memorandum o sarà destinato a proseguire le politiche di Monti anche se nei comizi elettorali dirà il contrario.
Noi riteniamo necessario rovesciare queste politiche e a tal fine oltre a proporre la costruzione di una lista di sinistra che si candidi a governare mettendo in discussione Fiscal Compact ed eventuali Memorandum. Per cominciare a rovesciare queste politiche martedi prossimo depositeremo con altri partiti, sindacati,  associazioni e movimenti i quesiti referendari per il ripristino dell’articolo 18, per l’abolizione dell’articolo 8 sulla contrattazione selvaggia e per l’abolizione della riforma delle pensioni della Fornero.

 

ilfattoquotidiano.it

 

 

 

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