di Paolo Borrello
In media, in Italia, i pensionati devono pagare 1.500 euro all’anno tra tasse e tariffe. E sta arrivando una nuova stangata: un aumento che peserà ulteriormente sui redditi da pensione con l’aumento delle addizionali Irpef regionali e comunali, l’introduzione di nuove tasse come l’Imu e la continua crescita dei costi energetici.
E’ quanto emerge da un’indagine diffusa dallo Spi Cgil, un sindacato dei pensionati, che analizza il peso complessivo del prelievo fiscale e delle principali tariffe sulle pensioni.
L’indagine in questione viene analizzata in un articolo pubblicato su www.rassegna.it.
A pesare è in particolare il prelievo fiscale locale, che si aggiunge a quello nazionale.
Secondo lo Spi l’addizionale regionale Irpef è passata dallo 0,9% al 2,3% nelle regioni con deficit sanitario, mentre l’aliquota dell’addizionale comunale Irpef è stata portata nella maggior parte dei Comuni italiani al valore massimo dello 0,8%.
Sui redditi da pensione pesa anche l’Imu, che interessa circa 9 milioni di pensionati e per la quale si sborsano mediamente 200-300 euro all’anno.
Nel 2013 è prevista la nuova tassa comunale sulla raccolta dei rifiuti (Tares) che sostituirà le due precedenti imposte (Tarsu e Tia) con un conseguente aumento del prelievo che potrebbe arrivare fino a 30 euro a famiglia.
Secondo l’indagine dello Spi, quindi, per i pensionati l’insieme della fiscalità locale avrà complessivamente un peso aggiuntivo di circa 700-800 euro all’anno, ovvero più di una mensilità di pensione media netta.
Un’altra voce di spesa che grava pesantemente sui redditi da pensione è relativa ai consumi energetici di luce e gas.
Il peso medio è, infatti, pari a 450 euro annui. La stessa dinamica riguarda inoltre le tariffe idriche, con un peso di circa 230 euro all’anno.
Il segretario generale dello Spi, Carla Cantone, ha così commentato questi dati: “Occorre intervenire con urgenza per alleggerire il peso fiscale sui redditi da pensione o la crescita sarà soltanto una chimera.
E’ davvero impensabile infatti far ripartire i consumi e l’economia del paese se le pensioni sono letteralmente mangiate da tasse e da tariffe che non fanno altro che aumentare.
Al danno si aggiunge anche la beffa, perché all’aumento delle tasse non corrisponde un miglioramento dei servizi di welfare locale, che diminuiscono sempre di più e sono sempre meno di qualità.
E’ per questo che occorre rilanciare la lotta all’evasione fiscale, far pagare chi non lo ha mai fatto e investire le risorse che vengono recuperate al finanziamento di interventi destinati alle fasce sociali più deboli”.
Non c’è alcun dubbio: le tasse a carico dei pensionati sono effettivamente troppo elevate. Devono assolutamente essere ridotte, così come le tariffe dei più importanti servizi. E, più in generale, deve diminuire il prelievo fiscale che colpisce coloro i quali percepiscono redditi bassi. E’ necessario individuare le risorse finanziarie per attuare questo intervento, altrimenti non potranno aumentare i consumi e, conseguentemente, non potrà manifestarsi una crescita economica di dimensioni tali da permettere una consistente riduzione del numero dei disoccupati.
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