I minatori andranno in pensione un anno più tardi. Lo ha stabilito qualche ora fa il Consiglio dei ministri, su proposta della titolare del Lavoro Elsa Fornero. La notizia era nell’aria da qualche giorno. Da quando martedì scorso il pre-Consiglio aveva esaminato lo schema di regolamento per armonizzare i requisiti di accesso al nuovo sistema pensionistico di alcune particolari categorie professionali (con «requisiti diversi rispetto a quelli in vigore nell’assicurazione generale obbligatoria»). Ma certo, leggere nero su bianco in un comunicato ufficiale del governo che chi lavora in miniera dovrà andare in pensione più tardi fa il suo effetto. Dopotutto anche nell’immaginario popolare è questa la professione usurante per eccellenza.

Non solo minatori. «Per i lavoratori delle miniere, cave e torbiere - si legge - è previsto l’aumento di un anno, da 55 a 56, dell’età pensionabile di vecchiaia, mentre per l’accesso alla pensione anticipata il requisito minimo contributivo è di 37 anni e due mesi per il 2013, e di un ulteriore mese per il 2014». Incrementati anche i requisiti per la pensione di vecchiaia «del personale militare delle forze armate, compresa l’Arma dei carabinieri, la Guardia di Finanza, le forze di polizia a ordinamento civile e i vigili del fuoco, nel rispetto delle peculiarità ed esigenze di queste categorie». Ora lo schema di regolamento passa all’esame del Parlamento e del Consiglio di Stato. 


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