di Federico Mello

Ci sono le donne, tante e giovani. C’è il leader No Tav, la sorella di Giancarlo Cancelleri, il fedelissimo di Casaleggio. Non ci sono invece i militanti che avevano fatto sbellicare i navigatori online con video casarecci e un po’ ingenui. Ci sono invece le polemiche, per la mancanza di trasparenza e per la massa striminzita dei partecipanti; ma c’è anche la soddisfazione di molti “storici ” che ripetono su Facebook: poteva andare peggio. Cala il sipario sulle Parlamentarie e nonostante l’esultanza di rito («è il primo movimento o partito politico nel mondo a eleggere i suoi rappresentanti in Parlamento attraverso Internet, questo mentre in Italia non esiste neppure il voto di preferenza » scrive Grillo sul blog) il giudizio su queste primarie elettriche non può risultare netto: un ventaglio di facce belle e pulite si intreccia con tutti i dubbi della democrazia diretta tramite blog.

I numeri comunque, parlano da soli. Seppur negli scorsi mesi - l’ultima volta in Sicilia - Grillo avesse garantito che “qualsiasi cittadino ” si sarebbe potuto candidare per il Movimento Cinque Stelle, la scelta finale ha visto prevalere la prudenza: ha votato solo chi era iscritto e “certificato ”, ha potuto correre solo chi si era già candidato in precedenza.

Alla fine il “corpo elettorale” a 5Stelle risulta composto da 32mila iscritti: poco di più di un comune di medie-piccole dimensioni, molto meno di qualsiasi quartiere di Roma. Grillo fa sapere che «i voti disponibili erano circa 95.000 per 1.400 candidati». Ma sono i suoi stessi lettori a sottolineare nei commenti che le preferenze a disposizione erano tre, i calcoli perciò sono presto fatti: 95.000 diviso 3, uguale 31.667 votanti. 31.667 votanti diviso 1400 uguale 22,7 iscritti per candidato. E dire che anche questi calcoli sono al rialzo, Grillo scrive infatti di “voti disponibili” e non di elettori. Le cifre effettive, per alcune regioni, sono altre: nella circoscrizione Veneto1 hanno votato 1000 persone; in Emilia Romagna 1770; nelle Marche 665; in Campania1 (la provincia di Napoli) 700; nel resto della Campania 485; in Puglia 1006. «Alle parlamentarie del M5S in Emilia Romagna hanno votato in 1774. Praticamente un po’ più della metà degli elettori che erano andati a votare alle primarie del centrosinistra a Cervia (che erano 3197)» fa notare su Facebook un attivista romagnolo.

Proprio in Emilia Romagna, una delle regioni dove è più forte e organizzato il Movimento - anche se il gruppo è inviso a Casaleggio - in cima alla lista ci sono tre donne: Giulia Sarti, 26 anni, studentessa; Michela Montevecchi, 41 anni, insegnante; Mara Mucci, 30 anni, disoccupata. La Sarti, riminese, con i suoi 372 voti è risultata la più votata d’Italia. Da sempre impegnata nei movimenti per la lotta alle mafie e per la legalità, stava studiando per preparare l’esame da Magistrato, ma il suo sicuro impegno romano la costringerà a rinviare i suoi progetti. Da notare anche che “la più votata d’Italia ” così come le altre due capolista emiliano- romagnole, risultano vicine a Favia e sicuramente non andranno in Parlamento ad eseguire pedissequamente gli ordini di Grillo e Casaleggio.

Nella circoscrizione Sicilia1 il più votato - con 147 voti - risulta Riccardo Nuti, perito tecnico 31enne, che da nelle scorso amministrative correva come candidato sindaco a Palermo: anche in quel caso risultò il più votato in assoluto, ma le sue 3228 preferenze non furono sufficiente per entrare a Palazzo delle Aquile (il Movimento si fermò poco sotto lo sbarramento del 5 per cento). Da segnalare inoltre che, nel caso di un buon risultato elettorale, ha ottime chanche di andare a Roma anche Azzurra Cancelleri, sorella minore di Giancarlo, candidato presidente alla recenti regionali e autore del boom in terra di Trinacria (Azzurra, 28enne, anche lei da anni in movimento, è settima in lista). Sicuramente a Roma andrà Roberto Fico, il pupillo di Casaleggio, già candidato senza successo a sindaco di Napoli e a governatore della Campania e che risulta ora il più votato in Campania1. Così come è molto probabile che a Roma sbarcherrano due collaboratori del consigliere regionale in Piemonte Davide Bono: Marco Scibona (piazzatosi terzo in Piemonte1), militante No-Tav e traite d’union tra gli attivisti della Val Susa e i grillini piemontesi; e Ivan Della Valle (piazzatosi sesto), anche lui collaboratore di Bono e spostato con la figlia del sindacalista Uil che ad ottobre rastrellava documenti d’identità per iscrivere dipendenti dell ’azienda dove lavora al Movimento Cinque Stelle.

Per tutta la giornata di ieri, intanto, sul blog di Grillo un fiume di commenti si è riversato prendendo nel mirino i meccanismi scelti per le elezioni. Nella Parlamentarie della Casaleggio & Associati non ci sono rappresentanti di lista, osservatori esterni, certificatori del voto. Volendo, Grillo avrebbe potuto benissimo prendere carta e penna e comporre da solo le liste ora diventate ufficiali. Ma probabilmente non è andata così: i risultati finali rispecchiano abbastanza fedelmente la voce dei territori. Anzi, da parte dei dissidenti si registra una certa soddisfazione: ha pagato la tattica di non andare allo scontro frontale con Casaleggio ma di fare campagna elettorali per teste pensanti che potessero arrivare a Roma senza “guinzaglio ”. I futuri deputati e senatori in grande maggioranza hanno sostegno e autorevolezza nei gruppi locali del Movimento. La partita che si apre da qua in avanti è perciò aperta. Riusciranno i Parlamentari 5Stelle a liberarsi dai loro “padri padroni”? Sicuramente il fatto che non potranno disporre dei fondi dei gruppi parlamentari, già requisiti da Grillo e Casaleggio, non li aiuterà. Potranno invece, come tutti gli iscritti, dire la loro nella stesura del programma. Anche se ieri il post giornaliero su beppegrillo.it si chiudeva con un sondaggio: «Sei d’accordo con l’abolizione del denaro contante?». Non sarà facile dare voce alle istanze caotiche che arrivano confusamente dalla Rete e che dovranno essere tradotte in leggi e regolamenti di un Paese ormai da anni in crisi nera.

 

Pubblico 8.12.2012

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