Niente dialogo e porta definitivamente chiusa al Pd: "Abbiamo rotto il dialogo con il Pd. Ci vediamo in Parlamento dove il primo provvedimento da esaminare dovrà essere quello sul conflitto di interessi, visto che Bersani non ha mai trovato il tempo per approvarlo negli ultimi 20 anni". Antonio Ingroia, in una conferenza stampa, spiega quale sarà d'ora in poi il cammino di Rivoluzione Civile. Gli risponde a distanza il leader del Partito democratico, a Milano per aprire la campagna elettorale per la Regione con il candidato Ambrosoli.: ''Non c'è mai stata un'ipotesi di desistenza'', ha detto il segretario del Pd rispondendo alla domanda se è stato cercato un patto con Rivoluzione Civile.

''Un gesto consapevole rispetto alla situazione - ha aggiunto Bersani - sarebbe stato apprezzato. Non c'è bisogno di patti, c'è bisogno di prendersi le proprie responsabilità. Non mi metto a contrattare''.

Nessun accordo. Una proposta per una cosiddettta desistenza al Senato in realtà, conferma ancora Ingoria, "dal leader del centrosinistra non l'ho mai ricevuta, abbiamo ricevuto proposte dietro le quinte, attraverso interlocutori seppure autorevoli". Così "mentre aspettavo di vedere Bersani ho saputo che incontrava Monti e non si è degnato nemmeno di una risposta" alle richieste di incontro sollecitate dopo il rientro del magistrato dal Guatemala e anche in tempi più recenti. "Monti è stato in continuità con Berlusconi - ha aggiunto l'ex pm di Palermo -  e non possiamo dimenticare che il pd ha appoggiato monti con i suoi provvedimenti che hanno colpito la gente".

Patrimoniale. Ma il no alla desistenza si basa anche su questioni di merito, come ad esempio quella patrimoniale proposta da Rivoluzione civile mentre contemporaneamente "Bersani diceva no alla patrimoniale". Quindi ognuno per la sua strada, anche perché, è la convinzione di Ingroia l'accordo tra Pd e Monti "dietro le quinte è già fatto".

Il pericolo Monti. L'ex pm ammette di non temere Berlusconi: "A me l'ex premier - ha detto Ingroia - non fa paura perché è finito e non rappresenta più un pericolo. Non accetto che la figura di Berlusconi venga usata dal Pd come uno spauracchio. Gli italiani sono vaccinati. Il vero pericolo per noi è Mario Monti e la sua proposta politica perché può condizionare il centrosinistra che è già suo alleato. Se avessimo accettato il voto utile avremmo avvantaggiato il professore e noi non vogliamo aiutarlo. Anche il Pd dovrà fare i conti con noi abbandonando - ha concluso Ingroia - le sue politiche liberiste".

 

repubblica.it

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