di Luca Mastrantonio
Vent’anni e la tessera dell’associazione partigiani in tasca, vivendo l’antifascismo come memoria e partecipazione, una staffetta ideale tra generazioni. Senza temere i cortocircuiti della Storia. Jonathan Chiesa, milanese, classe 1985, laureato in scienze ambientali, si è tesserato all’Associazione nazionale partigiani d’Italia e milita nella sezione “Martiri Niguardesi”, zona Barona, a Milano. A Solferino28anni racconta come vive la festa della Liberazione da partigiano 2.0.
Quando e perché hai scelto di tesserarti per l’Anpi?
Ho scelto di tesserarmi all’Anpi per portare avanti le idee della Resistenza. Conoscevo personalmente i partigiani Giovanni Pesce e Nori Brambilla e i loro racconti circa la Resistenza cittadina mi hanno molto colpito.
Quanti giovani ci sono nella tua sezione?
Nella mia sezione “Martiri Niguardesi” siamo solo in 4 giovani. L’Anpi non da molto ha aperto ai giovani.
Che cosa significa tesserarsi per un’associazione di partigiani senza aver vissuto la Resistenza?
Credo non ci si possa paragonare ai partigiani, anche solo per il fatto che loro hanno realmente rischiato la vita nel combattere. Ma i loro ideali sono più che mai validi.
Come vivi i lati oscuri della Resistenza partigiana?
Ci sono stati lati oscuri, non sono da nascondere ma bisogna sempre contestualizzarli e comprendere anche che possono essere stati degli sfoghi da parte di gente che ha visto torturati amici e parenti. Verso la fine della Guerra ci sono stati rastrellamenti e torture nei confronti dei partigiani, e questo credo sia il fatto rilevante.
Cosa vuol dire oggi essere antifascisti?
Per me essere antifascisti significa essere contrari a una cultura individualista e che tende a delegare ad altri le scelte politiche. Credo che attualmente ci sia una dittatura finanziaria strisciante che colpisce materialmente la maggior parte degli italiani. Il governo di oggi non è ovviamente paragonabile a quello del ventennio, ma abbiamo un governo non votato da noi, che prende ordini da Banche e dal Governo Tedesco. C’è un pesante deficit di democrazia e questa situazione va ribaltata con la partecipazione. Per questi motivi sono iscritto all’Anpi e mi reputo antifascista.
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