di Giovanni Russo Spena

Abbiamo voluto pubblicare la terza edizione di "Anatomia di un depistaggio" (Editori Riuniti University Press), l'inchiesta che abbiamo condotto sull'uccisione di Peppino Impastato, per attualizzare l'analisi sull'intreccio tra mafie, finanza, politica, ma anche perchè sono emersi avvenimenti importanti che confermano le conclusioni della nostra indagine.

Settori dello Stato sempre più sono sotto accusa per avere allontanato la verità con comportamenti omissivi, illegali e criminali. Negli scritti che abbiamo aggiunto in quest'ultima edizione (frutto di riflessioni di Umberto Santino, di Giovanni Impastato e mie) rileviamo come finalmente la magistratura stia indagando anche sulle responsabilità dell'avvenuto depistaggio da parte di settori della magistratura e dei Carabinieri. Non a caso pubblichiamo, nella nuova edizione, un inedito, cioè l'interrogatorio (condotto, in Commissione Antimafia, da me come presidente e dal senatore Figurelli) del generale Subranni, indagato, in questo periodo, in relazione alla trattativa Stato/mafie. Scrive Santino nella sua introduzione:"si torna a parlare di neofascisti, di servizi. Ricordiamo amicizie del capomafia Badalamenti con i Carabinieri, si rispolvera il vecchio fascicolo dell'assassinio di due carabinieri nella casermetta di Alcamo Marina nel gennaio del1976, e ora, dopo l'assoluzione di Giuseppe Gullotta, che era stato condannato all'ergastolo in seguito a confessioni strappate con torture, si cerca di far luce su quell'evento, collegandolo con altri delitti, tra cui quello di Peppino". Dunque è bene che la magistratura riparta dalle conclusioni della nostra relazione in Commissione Antimafia. Ripartiamo dalla raggiunta verità (che quello di Peppino Impastato è stato un importante delitto politico/mafioso) per affrontare anche sul piano giudiziario la "protervia di chi non ha mai cessato di pianificare e avallare depistaggi, ma pure l'impegno di chi ha saputo sostenere una difficile sfida, anche quando sembrava che il muro dell'impunità e delle complicità non si sarebbe mai sgretolato. Tutt'altro che un episodio marginale, periferico, ma un esempio di forte significato nel quadro della storia d'Italia". Peppino Impastato  fu, lo si ricorda poco, un sessantottino, precursore del movimento altermondialista; fu un comunista internazionalista, che lottava per un partito "sociale". Lo ricordiamo anche in questo libro, perchè non diventi (per i giovani che lo amano) una icona imbalsamata, ma sia fulgido esempio di lotta contro le mafie e il capitale.


 

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