di Enrico Piovesana

L’Italia terremotata, l’Italia in crisi, l’Italia dei tagli alla spesa sociale e dell’austerità spende tre milioni di euro per la sobria parata militare del 2 giugno, ma ‘parata’ e ‘sobria’ sono un ossimoro. Ciliegina amara su una torta indigesta da 25 miliardi di euro l’anno, 68 milioni al giorno: tale è la spesa per mantenere l’elefantiaco quanto inutile apparato bellico-militare italiano.

La voce di spesa più onerosa riguarda il personale militare: 190mila unità (più comandanti che truppa) che ci costano 9,4 miliardi all’anno. In Emilia, per soccorrere e assistere i terremotati, di militari ne sono arrivati cinquanta, con otto mezzi. Ai Fori Imperiali ne sfilano 2.600 con 93 mezzi. A fare la guerra in Afghanistan (in barba all’articolo 11 della nostra Costituzione) ce ne sono 4.200 con 750 mezzi terrestri e 30 velivoli, per un spesa di oltre 2 milioni di euro al giorno.
Ai costi di mantenimento del pletorico personale militare – stipendi, pensioni, indennità, ecc. – si aggiungono poi le spese di esercizio delle strutture e dei mezzi della Difesa: 1,4 miliardi di euro all’anno per mantenere in attività caserme, basi, poligoni, accademie, navi, sommergibili, aerei, blindati e camion. Tra queste spese rientrano anche quelle per le lussuose ville e le Maserati blindate a disposizione degli ufficiali militari di alto grado.
A fare dell’Italia il decimo Paese al mondo per spese militari contribuisce anche una folle corsa agli armamenti, funzionale più agli interessi dell’industria bellica nostrana e statunitense che a reali esigenze di sicurezza nazionale – a meno che gli strateghi della Difesa non siano al corrente di un’imminente minaccia d’invasione da parte dei cinesi o dei marziani.
L’attuale lista della spesa in armamenti prevede novanta cacciabombardieri F-35 (10 miliardi di euro, destinati a lievitare), il completamento della flotta di sessantanove caccia Eurofighter (5 miliardi), cento elicotteri da trasporto tattico Nh-90 (4 miliardi), dieci fregate Fremm e due Orizzonte (6,5 miliardi), due sommergibili U-212 (un miliardo), duecentocinquanta carri blindati Freccia (1,6 miliardi). Per non parlare del faraonico programma di digitalizzazione delle forze armate ‘Forza Nec’ (addirittura 12 miliardi di euro).
Per la ricostruzione post-terremoto in Emilia il governo ha stanziato 2,5 miliardi di euro, che verranno raggranellati dalle nostre tasche aumentando ancora il prezzo della benzina.
Buona festa della Repubblica.

 

 

 

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