di Claudia Fusani

Di Pietro, dopo lo scambio di cortesie di sabato tra lei e Bersani, si può parlare ancora di coalizione tra Idv e Pd?
«Non posso dire se l’Idv fa ancora parte della coalizione di centrosinistra. Sia chiaro però che il Pd sta cercando supinamente un accordo con Casini che porta avanti un programma diverso.

Faccio anche una previsione: alla fine il Pd tornerà nell’area programmatica di centrosinistra, ma solo dopo essersi reso conto che di là aveva trovato una donna di facili costumi che all’ultimo minuto si offrirà al miglior offerente. In ogni caso, rispondo così: avverto una difficoltà di sintonia tra la classe dirigente del Pd e il suo popolo».
Detto questo, che c’entrava sabato, sul palco della Fiom convocato per parlare di temi legati al lavoro, evocare gli “inciuci” sul disegno di legge contro la corruzione?
«Se è per questo ci sono stati inciuci anche sulle nomine nelle Authority. Invito tutti a ricercare sul web il mio intervento. Io non ho provocato nè diffamato nessuno. Sabato siamo stati invitati lì, Bersani, io e Vendola, dal maggiore sindacato metalmeccanico italiano perché volevano sapere da noi le politiche che intendiamo portare avanti sui diritti dei lavoratori. Quando è stato il mio turno ho spiegato cosa ha fatto e cosa intende fare l’Idv. Ho ricordato quello che dice sempre mia sorella Concetta: “Faccio quel che dico e dico quel che faccio”, cioè che tra il dire e il fare ci deve essere corrispondenza. E ho spiegato che Fiom non si deve accontentare delle belle parole nei convegni ma guardare ai comportamenti. Quelli dell’Idv sono agli atti parlamentari, a cominciare dai voti contrari alle modifiche dell’articolo 18 o sulla rappresentanza sindacale. Mi aspettavo, a quel punto, che Bersani e Vendola intervenissero per fare quadrato intorno alle richieste della Fiom. Prendo atto che invece hanno parlato d’altro, a cominciare da Bersani ».
Ha mai pensato che il suo può essere un troppo facile populismo e che il sostegno al governo Monti da parte del Pd nasce soprattutto da una necessità di salute nazionale?
«Non si può accettare ad occhi chiusi la politica ragionieristica e disfattista di Monti a cui riconosco il grande merito di averci ridato una dignità di Paese. Però non si può morire di inedia. Quello che io trovo irresponsabile adesso è non avere un governo politico. Aver votato la fiducia al provvedimento che ha coperto solo 65 mila esodati invece che 390 mila è, da parte del Pd, una grave responsabilità politica».
Poi torniamo sul tema delle responsabilità istituzionali. Soffermiamoci su quanto è accaduto sabato. Perchè ha voluto tirare in ballo questioni come giustizia e authorityq uandoil tema era il lavoro?
«Landini ha chiesto, a noi segretari dei partiti del centrosinistra, se siamo in grado di fare una coalizione per difendere i loro diritti perché loro devono decidere a chi affidare il loro voto. A quel punto mi sono permesso di dire, attenzione non accontentatevi di quello vi diciamo qua, valutate i programmi. Perché in concreto il Pd sta portando avanti un programma in linea con il Pdl, su articolo 18, su Agcom, sulla finta lotta alla corruzione, sulla legge elettorale. È il programma politico del Pd con una “elle”. Ecco perché in questo momento è più corretto chiedersi se il Pd fa parte della coalizione di centro sinistra. Non sono uscito fuori tema. È Bersani che non c’è mai entrato».
Perchè accusa il Pd di inciucio sulla corruzione? La capogruppo Ferranti ha ottenuto di alzare le pene per mettere a riparo alcuni processi...
«Lasciamo perdere le pene. Sono state fatte le uniche due cose che favoriscono la corruzione: restano gli arbitrati, la fonte di maggior inquinamento durante la verifica degli appalti, e si cancella il reato di concussione per induzione che è stato il reato tipico di Tangentopoli. In natura non esiste la concussione per violenza, esiste l’estorsione per violenza. Il pubblico ufficiale usa l’induzione, la telefonata in cui dice: “Sono il presidente del Consiglio, caro questore, guarda che Ruby è la nipote di Mubarak...”. Oppure: “Sono il presidente della Provincia, ti segnalo un amico...”. Basta questo, non serve altro, si chiamano fatti concludenti. Per combattere veramente la corruzione, la concussione andava lasciata così com’era. E si doveva introdurre di nuovo il falso in bilancio. Sta accadendo il contrario». NontemecheVendola,conquestisuoiattacchialPd, possaallafinescegliereBersaniinvece che voi? «Il punto è il programma. Senza, non si può cominciare neppure a ragionare. Le primarie si fanno sui programmi, non sulle persone. Bersani vuole allearsi con l’Udc? Ci dice prima su quale programma? Guardate in queste ore cosa stanno dicendo sulle unioni civili: esattamente il contrario. E veniamo a Vendola. Anche Sel non può stare a guardare. Il governatore della Puglia dice che parteciperà alle primarie. Ancora una volta: su quale programma? A meno che non voglia fare la costola del Pd. Noi in quel ruolo non ci stiamo. Non faremo mai la costola del Pd».
Alleanza di centrosinistra. Non crede ci sia il rischio, meglio dire l’incubo, di una nuova Unione?
«No, se c’è un programma chiaro, definito prima, in punti salienti. Non 110 pagine».
Ok, il programma. Però anche valori e comportamenti hanno il loro peso. L’Idv è un partito che un giorno sì e l’altro no prende a sberle il Quirinale. Sulle celebrazioni del 2 giugno, ad esempio....Quale può essere la cifra comune con ilPd? «Io mi sento in linea totale con modello riformista legalitario e di giustizia sociale dei padri costituenti dell’area democratica. Io voglio interloquire sempre di più con il popolo democratico che mi auguro riesca a trovare gli interlocutori giusti. L’Idv ha massimo rispetto per le istituzioni e per i cittadini, dal Quirinale alla magistratura passando per il Parlamento. Il nostro valore fondante è la Carta costituzionale. Solo che talvolta le persone che occupano quelle istituzioni non sono all’altezza del loro ruolo. È mio, nostro dovere dirlo. Come fa la moglie severa. Ma leale».

 

l'Unità 12 giugno 2012

 

 

 

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