di Maria R. Calderoni

Bravi bene bis. E' riuscita bene la Prima Festa Nazionale Di Liberazione Che Non C'e', 18 bei giorni filati di bandiere rosse in alto sul lungomare di Marina di Pisa dove si è svolta. 18 bei giorni di concerti, dibattiti, spettacoli, balli, magliette, libri e tante tante buone cose da mangiare.

La Festa, insomma, come dice la parola stessa: per la Storia (esse maiuscola, notate...), questa di Marina di Pisa è precisamente la 21ma Festa nazionale di Rifondazione comunista e del suo giornale (momentaneamente assente, ma avete presente il cartello "torno subito"?...); una Bella Festa. Per dire, il 21mo successo.

Grazie a loro. Ai magnifici Cinquanta che hanno lavorato da valontari in nome della Buona Causa. Quella che spicca sullo striscione blu, "I patti fateli con i lavoratori non contro i lavoratori"; quella ribadita sul manifesto come logo e mantra, "l'art.18 non si tocca".

I Cinquanta Costruttori della Festa. L'hanno letteralmente tirata su dal nulla, rivestendo di tensostrutture, palchi, cucine, bagni, luci, suoni, impianti elettrici ed idraulici il nudo, sgarrupato e brutto cemento che, di suo, è quell'area-parcheggio di piazza Viviani a Marina di Pisa. Tirato su il "Villaggio" della 21ma, uno spazio ben organizzato. Che non si è fatto mancare niente (nemmeno la giostra per i più piccoli, coi cavallini fosforescenti).

Con oltre venti dibattiti, diverse presentazioni di libri, interventi e partecipazione di numerosi esponenti di altri partiti (Idv, Sel, Alba, Pdci) e di associazioni (Arci, Legambiente, Sbilanciamoci, Coordinamento Valdera), la Festa ha visto anche la presenza di Gilles Garnier (Pcf-Front de Gauche) e Vassili Primikiris (Syriza) nel dibattito-target ("Il lavoro, l'Europa, la Sinistra") che si è svolto con Paolo Ferrero e il segretario generale della Fiom Maurizio Landini.

Luca Barbuti, che è il segretario provinciale della Federazione di Pisa (500 iscritti, 60 Giovani Comunisti, 6 circoli territoriali nel solo comune, molti ex operai della Sain Gobain e anche molti studenti universitari) ha aperto la Festa nel "lontano" giovedì 28 giugno e ha dato il "timbro", richiamando l'attenzione (vedi presentazione del programma insieme a Paolo Ferrero) sul semplice fatto che <i nostri nonni hanno conosciuto la povertà in bianco e nero. Il governo Monti ci sta facendo conoscere la povertà a colori>. Ma poiché siamo comunisti e vogliamo sconfiggere Monti e la sua alleanza ABC, allora <ci battiamo per l'unità della Sinistra>, Sel e Idv buoni intenditori.

Mica si vive di solo pane e politica. Concerti, danza (anche danza del ventre) suoni meticci e musica cubana, il coro-contro dell'Agorà di Pisa, il Poeta in piazza di Tano Avanzato, il Ricordo di Ivan Della Mea, il gran finale con ballo liscio.

E la cucina, 18 giorni da gourmet, peggio per voi che non ci siete stati. Cacciucco comediocomanda, classica toscana, piatto lucchese (formidabile), ma anche specialità siciliane, cubane, arabe, spagnole, anche senegalesi (contributo di Marion, Samba, Moodu, Laba, i nostri compagni giunti tra noi dal Senegal).

Il nostro "narratore" della Festa, il ragazzo in maglietta rossa con la scritta "Combatti il Sistema", si chiama Daniele Iannello, ha 26 anni, bell'aspetto, una famiglia alto-borghese e sta per laurearsi in legge. Viene dai movimenti studenteschi, e la sua prima tessera politica è stata quella Prc (<una buona scelta, non ti pare?>, dice ridendo. Responsabile Organizzazione del Prc provinciale, è lui a raccontarmi i numeri, ma soprattutto i nomi e i volti della Festa. Gli uomini, le donne, i giovani, i bambini che ogni sera popolano il Villaggio; le 400 cene imbandite per tutte le 18 sere; le trenta-quaranta giornate di lavoro offerte sul campo dai generosi volontari.

Per esempio Marco Bellesi e Palmiro Murtas, i due demiurghi del Villaggio; i tre chef - "veri" cuochi - Salvatore, Attilio, Mario; Giuseppe, 35 anni, che "vero" cuoco non è, ma in cucina è bravissimo pur essendo un prof universitario; e Maria Grazia, che è una veterana; e Maria Luisa che studia ingegneria civile; e Filomena; e Maria Teresa che sta al banchino del pane; e Oslavo che si incarica di spillare l'acqua nelle brocche, basta con le inquinanti bottiglie di plastica (Festa docet); e Roberto che si occupa di tagliare il pane; Gianluca che sta alle friggine ma che dopo suona il sax; e Matteo, e Lia; <e alla griglia all'aperto ci siamo noi tre, Piero, Stefano e io>, dice Daniele. E il bar è affare dei Giovani Comunisti. E all'entrata, alle coccarde, c'è Raniero, ex dipendente della Piaggio. Il nostro compagno Raniero, 91anni, che scrive poesie e dà le coccarde con in dosso la t-shirt-immagine della Festa; quella con il volto di Gramsci e la frase della sua "educazione sentimentale": <Istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra forza>.

Sì.

 

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