121120carceredi Ascanio Celestini
I carcerati c'hanno pure la televisione. Così si dice durante la chiacchiere al bar, come se avercela sia una buona cosa. E allora andiamo a vedere come stanno i prigionieri delle nostre galere, le più infami d'Europa. Ricordiamo intanto il dato che alcuni giornali mostrano quando arriva l'estate e le condizioni si fanno più critiche. Cioè che nelle nostre galere ci sono quasi 150 detenuti dove ce ne starebbero 100 stretti. Insomma una vera tortura e non lo dico io o qualche vecchio brigatista pericoloso, ma un signore moderato come il presidente della repubblica. Di questi, quasi la metà scontano una pena senza aver ricevuto una condanna. Aspettano. E intanto se ne stanno dentro. Dentro alla cella per 22 ore su 24.

Magari sul materasso lercio al quarto piano di un letto a castello. «Gli stranieri, 23.789, rappresentano comunque il 35,6% dei detenuti, una percentuale, stabile ormai da tempo, anche questa con pochi paragoni in Europa» ci ricorda il IX Rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione dell'associazione Antigone. Che sommati ai tossici (quasi il 30%) ci raccontano come le nostre prigioni sostituiscano uno stato sociale inesistente. «In base agli ultimi dati del Consiglio d’Europa erano condannati per aver violato la legge sulle droghe in Italia il 38,4% dei detenuti. In Francia questa percentuale era del 14,1%, in Germania del 14,8, in Spagna del 28%ed in Inghilterra e Galles del 15,6%». Ma perché siamo così strani rispetto a tutti gli altri paesi del continente? Sarà perché nel nostro paese abbiamo trasformato in reato quello che per decenni era solo un giudizio morale? «Il 41,2% dei detenuti in Italia ha meno di 35 anni, ma nonostante questo i detenuti presenti nelle nostre carceri non sono in buone condizioni di salute». «Tra costoro il 33,2% avrebbe posto in essere atti autolesivi ed addirittura il 12,3% avrebbe tentato il suicidio». Strano. In galera ci stanno i cattivi! E perché questi cattivi sono tanto deboli da togliersi la vita? «Ancora più allarmante è il quadro relativo alla formazione professionale. Al 30/06/2012, quando erano presenti nelle nostre carceri 66.528 detenuti, erano stati attivati 237 corsi di formazione professionale. Vi avevano partecipato 2.974 detenuti, un misero 4.4% dei presenti». Ma le nostre galere allora non sono rieducative?
Mi pareva che dovesse essere così. Come diceva Dostoevskij? Che «il grado di civiltà di un paese si misura dalle condizioni delle sue carceri»? Trovo questa frase citata addirittura su un sito di poliziotti. Andiamocelo a leggere il rapporto di Antigone. Perché per capire il nostro paese dovremmo porre un po' più di attenzione anche nei confronti di questi nostri concittadini prigionieri.

Pubblico - 20.11.12

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