di Riccardo Chiari

Chi non potrà esserci di persona potrà comunque seguirla, vista la diretta in streaming (su www.cambiaresipuo.net) dell'assemblea «Cambiare si può» di oggi, al Teatro Vittoria in piazza di Santa Maria Liberatrice al Testaccio. Partenza alle 10.30 con la relazione di Livio Pepino e un videomessaggio di Luciano Gallino. Poi interventi di sei minuti fino alle 17, quando Marco Revelli tirerà le conclusioni di una giornata che potrebbe anche far partire un «Quarto polo» in vista delle elezioni politiche di marzo. Il condizionale è d'obbligo, perché nemmeno i promotori dell'appello di cui è nata l'assemblea odierna nascondono le difficoltà di organizzare, in soli sessanta giorni, quella «lista di cittadinanza politica» che sia alternativa non solo al governo Monti e alle sue politiche, ma anche alla proposta politica della carta di intenti fondativa delle primarie di Pd, Sel e Psi.
Organizzata alla vigilia del ballottaggio delle primarie, e senza che ancora si sappia se arriverà in porto una nuova legge elettorale con la possibilità di un premio di maggioranza alla coalizione vincente, l'assemblea di oggi viene comunque vista con interesse da realtà anche molto diverse fra loro. Se Sky si interessa di quanto potrebbe dire l'elettoralmente corteggiatissimo Antonio Ingroia, altre forze associative come Alba hanno aderito all'appello pur conservando il proprio punto di vista: niente tatticismi per chi vuole costruire l'alternativa all'«agenda Monti», e non vede nell'alleanza Pd-Sel la volontà di capovolgerla. Una presa di posizione indirizzata a un altro protagonista della giornata, il sindaco napoletano Luigi De Magistris, che dopo l'intervista al manifesto di lunedì scorso ieri è nuovamente intervenuto sul tema delle primarie. Così: «Bersani e Vendola sono venuti a Napoli e hanno detto che si deve ripartire dal sud, lo ritengo un segnale positivo. Ma nel confronto tra i due sfidanti al ballottaggio Bersani e Renzi, ho visto poco di sinistra su tanti aspetti importanti. Servono le primarie ma serve anche altro, perché la proposta politica delle primarie è ancora tutta dentro al 'montismo', è ancora tutta dentro alla carta di intenti».
Non mancheranno all'assemblea di oggi anche alcune realtà politiche, sindacali e associative che hanno contribuito alla riuscita della giornata di resistenza del No Monti Day, da Rifondazione comunista a Sinistra critica, naturalmente interessate a capire quanto la giornata possa davvero far partire, senza ambiguità, una velocissima campagna di promozione del possibile «Quarto polo», da far conoscere in tempi più che ristretti all'intero paese. Intanto gli organizzatori spiegano: «Con gli interventi al massimo di sei minuti, pensiamo di riuscire a far parlare più di quaranta persone. Molte, ma non tutte quelle che vorrebbero intervenire». Che sono circa duecento, mentre un altro centinaio ha già inviato pareri e suggerimenti già finiti sul sito e pronti a scorrere sullo schermo retrostante il palco.
Per certo un esito positivo dell'assemblea potrebbe far partire una campagna con appuntamenti regionali prima delle feste natalizie. Con una obbligatoria mediazione fra le necessità di «testimonial» importanti per farsi conoscere, e la ribadita volontà di realtà come Alba di sostenere attivamente il progetto, senza però nascondere l'obiettivo di costruire un «soggetto politico nuovo» della sinistra italiana. Con tempi ben più lunghi di quelli delle imminenti elezioni. Tanti condizionali per il «Quarto polo», interrogativi cui potrebbe dare almeno qualche risposta l'assemblea di oggi.

Il manifesto 1/11/2012

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