Intervista a Paolo Ferrero di Daniela Preziosi
Paolo Ferrero, segretario del Prc, Di Pietro e De Magistris chiedono a Bersani di accettare il Quarto polo in alleanza.
E invece io faccio un invito a Di Pietro e a De Magistris: rompiamo gli indugi e diamo subito vita al Quarto polo. C’è un problema di tempi e cioè di democrazia: per costruire in maniera partecipata la nostra lista dobbiamo avere un minimo di tempo. Non abbiamo nessuna intenzione di fare operazioni dall’alto. E se Grillo ha fatto le parlamentarie, e il Pd ha fatto primarie per il premier e per i candidati, noi certo non possiamo ritrovarci in quattro a fare le liste fra Capodanno e la Befana. La democrazia richiede tempo. Quindi lancio un grido di allarme: con le elezioni a febbraio, di tempo ne abbiamo poco.
Esclude che Bersani dica vi sì?
Bersani ha chiarito in ogni modo che non taglierà gli F35, e infatti ha votato il piano del generale Di Paola, ministro della difesa. Che proseguirà le politiche di Monti con un po’ di solidarietà in più. Che ormai l’art.18 non si tocca, e nemmeno il fiscal compact. Il Pd ha appena votato un decreto sviluppo che dovrebbe piuttosto chiamarsi decreto recessione. E ormai dice apertamente che un rapporto con il centro rigorista lo cerca per ragioni politiche, non per necessità dei numeri. Le proposte che fa Bersani aggravano la crisi. Il rischio è che quelle politiche gonfino di nuovo la destra, come è successo da altre parti.
La presenza di Vendola in alleanza non è garanzia che l’agenda Bersani non sarà quella di Monti?
Bersani ha già spiegato che si sono dati una regola: si decide a maggioranza. Ed ha aggiunto che il Pd ha il 30 per cento e Vendola il 15. L’indirizzo politico sarà evidentemente quello di Bersani. Ripeto, questo è chiaro.
Quindi basta richieste al Pd?
Certo. Il nostro problema è dire se l’alternativa c’è o non c’è.
Anche Ingroia ha rivolto un appello a Bersani.
In cui spiega perché il programma di Bersani non va bene. Poi aggiunge che è meglio lui di Berlusconi, ma è un’affermazione che farebbe qualsiasi italiano di buonsenso.
Scusi, ma anche il Pdci, che era presente all’assemblea di De Magistris, preferirebbe che il Quarto polo fosse alleato del centrosinistra.
Ma l’appello “Cambiare si può”, che potrebbe diventare un contenitore per tutti, ha detto chiaramente no. E comunque: sul piano dei contenuti fra tutti noi c’è larghissima convergenza. E questi contenuti sono palesemente fuori dall’Agenda Bersani. A rincorrere il Pd impieghiamo molto male il nostro tempo.
Dovrete fare anche voi le primarie?
Non so, possiamo anche immaginare delle assemblee dal basso e nei territori. Certo è che non possiamo scegliere i nomi ‘al vertice’.
Avete già un simbolo?
No. E anche questa è un’urgenza, insieme al nome. Che va scelto democraticamente e dal basso.
De Magistris ha detto: nelle liste niente politici riciclati. Lei si candiderà?
Non so, ma anche questo deve essere deciso in una discussione comune. Non ho in mente né una lista del Prc, né una degli arancioni. La nostra lista dovrà avere un carattere innovativo molto forte. A Luigi dico: attenzione, c’è bisogno di tutti. Di quelli che non stanno in nessun partito e di quelli che stanno in un partito. Del resto a Napoli Luigi ha vinto con questo schieramento: Idv, Federazione della sinistra e liste civiche. Segnalo che più della metà delle firme dei referendum è stata raccolta da Prc e Idv. Anzi, faccio un appello a Napolitano: sciolga le camere dopo il 4 gennaio. Se le scioglie prima potrebbe mettere a rischio i referendum contro l’art. 8 e l’art. 18. E chi firma un referendum ha potenzialmente il rango e la dignità di legislatore.
Il Manifesto - 14.12.12