portafoglioda Il Fatto quotidiano
Quasi 4 miliardi di euro. A tanto ammonta, secondo le stime della Cgil, la perdita di reddito complessiva che si è generata nei primi 11 mesi del 2012 per i lavoratori italiani in cassa integrazione. Il dato medio unitario, sempre secondo il sindacato guidato da Susanna Camusso, è di 7.400 euro, per un totale di 3,8 miliardi.  E il 2013 potrebbe andare molto peggio, visto che le coperture previste dal governo per gli ammortizzatori, anche dopo lo stanziamento aggiuntivo definito venerdì 14, non sarebbero sufficienti.

Il calcolo della Cgil è stato fatto sulla base dei dati diffusi dall’Inps il 6 dicembre scorso, in base ai quali tra gennaio e novembre le ore di cassa integrazione chieste all’istituto di previdenza dalle aziende hanno superato quota un miliardo, pari a 520.000 persone in cassa a zero ore. Con 1.004 milioni di ore di cig in 11 mesi e, con il dato di novembre, ancora una volta oltre 100 milioni di ore registrate in un solo mese, sottolinea il sindacato in una nota, “il trend della cassa ripercorre le tappe del catastrofico 2010” che si chiuse con quasi 1,2 miliardi di ore di cassa integrazione autorizzate.
Novembre, dice il segretario confederale Elena Lattuada, è il 47esimo  mese di una crisi, “che dovrà ancora a lungo dispiegare i suoi effetti negativi”, mentre lanciava l’allarme sui fondi a disposizione per finanziare la cassa integrazione in deroga per il prossimo anno. Su questo fronte la Cgil, che aveva promosso un presidio a Roma in piazza del Pantheon a partire dalle 10 di lunedì 17 dicembre, giorno in cui la legge di Stabilità approderà nell’aula del Senato, per denunciare “l’insufficienza delle risorse destinate agli ammortizzatori in deroga” e per rivendicare “la necessità di reperire nuove coperture all’interno di questo stesso provvedimento”.
Il sindacato di corso d’Italia infatti aveva denunciato che la mole di risorse al momento previste è “assolutamente insufficiente” e, secondo una proiezione fondata sulla spesa per la cassa in deroga nel 2012, “basterà a coprire soltanto i primi mesi dell’anno”.  La Cgil stima infatti che per il rifinanziamento della cig in deroga ci vogliano almeno due miliardi di euro. “Gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento delle aziende – spiega il rapporto della Cgil – nell’insieme non migliorano più e rappresentano solo l’8,20% del totale dei decreti, mentre il totale complessivo dei decreti sta raggiungendo il numero delle aziende coinvolte nel 2011”.
Numeri alla mano, lo studio del sindacato sul ricorso alla cassa integrazione in deroga – che è lo strumento per garantire un sostegno al reddito per i lavoratori delle imprese fino a quindici dipendenti, a quelle che non rientrano nella normativa della cassa integrazione straordinaria e alle imprese con più di 15 lavoratori che hanno finito il periodo della cassa straordinaria – emerge che da inizio anno a fine novembre si sono registrate 330 milioni di ore di cassa in deroga per un totale di lavoratori coinvolti a zero ore pari a oltre 170mila persone. Il tutto per una spesa stimata per l’intero 2012 pari appunto a 2 miliardi di euro.
Per questi motivi la Cgil aveva denunciato che il miliardo messo in campo per il 2013 “rischia di non garantire le coperture necessarie” a quei 170mila lavoratori mediamente coinvolti nei processi di cassa integrazione in deroga. La situazione, quindi, migliora senz’altro con lo stanziamento di ulteriori risorse deciso venerdì che ha portato la dote complessiva del fondo a 1,7 miliardi. O meglio, 1,5 sicuri, più circa 200 milioni di riserva.
Oggi anche la Uil ha diffuso una rielaborazione dei dati Inps sulla cassa integrazione. Secondo la Uil il mese di novembre 2012 se confrontato con lo stesso mese dei 4 anni di crisi, ha registrato il più alto numero di richieste di ore di cassa integrazione (oltre 108 milioni), con un coinvolgimento di circa 637 mila lavoratori nel mese in media. Lo studio sottolinea seppur in presenza di un dato macro che segnala il Nord come area maggiormente sofferente “i dati provenienti dalle Regioni, evidenziano che è la Basilicata a mostrare il maggior aumento di ore richieste rispetto ad ottobre (+75,4%)”.

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