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redazionale

Le differenze sono tante e tali, da legittimare il termine alternativa. Al contrario di Monti, quella di Ingroia non è una "salita" in politica, ma l'annuncio della volontà di cambiare lo “stato delle cose” mettendosi a disposizione di una lista che si oppone al liberismo portato avanti dallo stesso Monti e dal suo predecessore, Silvio Berlusconi. Forse a molti appare un dato di poco conto, ma non lo è affatto! E' bene intanto prendere atto di un crescente interesse per "l'evento", cosa che non accadeva da tempo... La costruzione e la nuova presenza di un Quarto polo non è passata quindi inosservata. Lo dimostra l'indifferenza arrogante di Bersani, la candidatura di Piero Grasso

(casuale?), la stizzita risposta di un Grillo, che mostra ogni giorno di più la sua fragilità politica.
Nessuno nasconde le più che legittime difficoltà, soprattutto dovute alla ristrettezza dei tempi, elemento che condiziona la fase organizzativa lasciando che i migliori intenti siano talvolta superati; questo occorre capirlo, da parte di tutti. L'inclusione resta comunque l'elemento al quale guardare, insieme ovviamente, al contenuto politico che non rappresenta la sola protesta quanto, è bene ripeterlo, l'alternativa al liberismo. La lista che vede Ingroia come candidato premier non è la solita lista del "leader"; lo dimostra il dibattito finora avvenuto nelle assemblee. Un dibattito ed un confronto che non ha fatto sconti a nessuno, e non lo riteniamo un male! Adesso però, è il momento del "fare", del superamento di pregiudizi e pregiudiziali, in ogni senso.
Il simbolo stesso mostra l'immagine della massa di "novecentesca" memoria, un colore nuovo ed il nome del candidato. Le parole dell'ex PM di Palermo sono chiare: "Saremo milioni, perché vogliamo fare una rivoluzione pacifica, una rivoluzione dei cittadini, una rivoluzione civile per la quale abbiamo costituito una lista, per la quale mi candido a premier". La voglia di allargare il "fronte" si palesa con l'apertura NON negata ad alcuno. Ingroia sa benissimo che il liberismo Montiano può essere vinto solo con l'unione di un ampio fronte democratico che sia attento ai problemi del Popolo italiano. Si muove saggiamente, a prescindere da quelle che sono e saranno, le probabili risposte. Hanno declinato in maniera "poco elegante" prima Bersani e poi Grillo, mostrando limiti e palesando obiettivi che non potranno lasciare indifferente il Cittadino elettore! In questo suo primo excursus, non manca di ringraziare Vendola che “aveva invitato Bersani a tenere una porta aperta”.
Le uniche preclusioni stanno nella stessa ragione di esistere della lista, e sono ovviamente rivolte al binomio Berlusconi-Monti. Parla di "Rivoluzione civile", che poi è il nome dato alla Lista, come di un "voto utile per un vero cambiamento"; non può che prendere ad esempio modelli che si sono dimostrati vincenti come quello di Orlando a Palermo e De Magistris a Napoli. E' la realtà dei fatti che lo dice... E' un Ingroia che ha capito bene quanto occorra fondere le energie diverse e le anime altrettanto diverse ma unite da principi e obiettivi di fondo, che animano e compongono appunto “Rivoluzione Civile”.  Si capisce bene quanto siano imprescindibili la forza e la spinta della società civile, le proposte dei movimenti e la capacità di navigare in un mondo difficile e talvolta insidioso come quello della politica, da parte delle forze organizzate. Sa bene quanto ciascuna di queste componenti sia indispensabile, ed altrettanto come sia necessario non cadere nella trappola dell'autosufficienza o della retorica espressa in certi atteggiamenti che si nutrono di troppa teoria e di poca pratica.
La valorizzazione del popolo della Rete, la pratica diffusa del confronto nei Territori, non può non dare frutti. Ripetiamo ancora che è un Quarto polo che nasce con l'ambizione di andare oltre l'appuntamento elettorale, attraverso il dialogo di quelle “componenti”, organizzate e non, che si sono dichiarate apertamente contro quelle politiche che hanno fatto sprofondare il paese in una condizione disastrosa; ancora peggio di quella che lo stesso Berlusconi stava cercando di portare a sintesi. Oltre la cronaca non si può andare. Discussione, confronto, apertura verso altre realtà politiche e sintesi anche polemica, dura e veritiera: questa la prima "uscita" politica di Ingroia e Rivoluzione Civile. L'ex Magistrato conosce la posta in palio, ha preso ovviamente a cuore la situazione in cui versa il paese e non ci sta a porgere l'altra guancia, neppure al PD al quale aveva chiesto l'avvio di un confronto.
Il suo fraseggio nei confronti dello stesso Bersani si fa duro e realista: "A Bersani, che ho definito persona seria e credibile, dico di uscire dalle contraddizioni in cui la sua linea politica si è impantanata". Ingroia prende però atto della realtà, e dopo aver motivato le proprie intenzioni riassume la situazione non mancando di fare accostamenti esemplificativi: "Ho fatto un appello", afferma parlando dello stesso segretario del PD, e "lui ha risposto in modo un po' stravagante, dicendo che non risponde ad appelli pubblici, ma mi auguro che Bersani sappia che l'avevo cercato personalmente, ma non ho ricevuto risposta, me ne farò una ragione. Evidentemente si sente un po' il padreterno, Falcone e Borsellino quando li cercavo rispondevano subito". Parla un linguaggio emotivamente carico e pieno di dignità; sa di aver intrapreso un viaggio difficile ma altrettanto possibile. Da questo momento saranno i fatti a parlare...

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