di Franco Frediani
Nessuna sorpresa, quanto semmai la logica conseguenza di quanto da tempo si andava prefigurando. Speriamo che adesso sia chiaro a tutti qual'è il destino che potrebbe attenderci?! Silvio Berlusconi ha smosso le acque e rotto le uova nel paniere alla coppia Monti-Bersani. Il premier dimissionario non è finora riuscito a "mettere d'accordo" le percentuali numeriche all'importanza che gli viene politicamente assegnata da molte parti. Sull'altro versante, Pierluigi Bersani si trova in affanno, e dopo la partenza sprint, "vede" ormai alle proprie spalle l'ombra dell'ostinato inseguitore di Arcore. Il non insignificante dato, rappresentato dalla presenza di un Quarto polo che non ha intenzione di fare sconti a nessuno, deve aver consigliato (più che altro Bersani) a riflettere sull'esigenza di affrettare i tempi.
"Perché dunque attendere l'esito del voto (con il rischio di "sorprese") e non valutare eventuali e possibili accordi con Monti?" E così, sembra, sia avvenuto. In un silenzio ufficiale, ma non ufficioso o sussurrato, i due leader si sono quindi incontrati. Secondo la stampa "amica", Bersani & Monti si sono visti ieri mattina (mercoledì 16 gennaio, ndr) alle 7,30. L'incontro mattiniero non ha fatto altro che anticipare quello che sarebbe avvenuto dopo le elezioni. Del resto Bersani l'aveva già ampiamente anticipato, affermando che Monti avrebbe avuto sempre e comunque un ruolo di primo piano qualunque fosse stato il risultato uscito dalle urne. La differenza comunque si rende più palese, e non registrarla sarebbe da sprovveduti. Abbiamo praticamente la prova ufficiosa, ma pur sempre attendibile, che ci consegna un centrosinistra sempre più "centrista", dove la forza d'urto della sinistra non può che risentirne. Non che mancassero i motivi per marcare o prendere le distanze dal modello liberal-conservatore dello stesso Monti, ma adesso qualcosa potrebbe anche consigliare ulteriori manovre specialmente da parte di chi non accetta (ovviamente) le posizioni espresse senza indugio dall'ex premier su temi quali, la Famiglia, le coppie di fatto, i diritti civili ed altro ancora... Accettare un dialogo così "ravvicinato" con Monti equivale dunque a dichiarare la piena adesione ad un programma liberista che non si discosterà da quello che ha caratterizzato il lavoro(?) svolto dal passato governo. Si assiste così allo sdoganamento di un modello socioeconomico che ormai si allontana da certe posizioni, andando soprattutto a indebolire ancora di più il ruolo determinante del welfare state. Che cosa dovrebbe significare "accordo di non belligeranza"? Non certo che due schieramenti non si prendono a sberle prima di una certa data... Le parole di Monti sono chiare: "La sinistra ha fatto grandi passi avanti verso l’accettazione dell’economia di mercato, ma quando fa riforme verso l’apertura della concorrenza va un po’ contro la sua cultura storica". Ma l'accettazione dell'economia di mercato non è poca cosa, e Monti lo sa benissimo!! In questi giorni, sia Fassina che Bersani, si sono mossi soprattutto "parlando" e "rassicurando" la stampa estera riguardo al ruolo di grande apertura che il PD ha intenzione di avanzare su questo versante. Sembra quasi che Monti non sia neppure preoccupato dello stesso Vendola: "Mai al governo con Nichi? "Mi semplifica il compito, lo ha dichiarato lui...". Il dado sembra "tratto", così come si percepisce nell'aria una nuova atmosfera che sembra scongiurare il fantasma di Silvio Berlusconi. Adesso Bersani non avrà più bisogno di scomodare il ricorso al "voto utile"; anche perché, se così facesse, inviterebbe il Cittadino a voltare pagina ricorrendo all'unica via d'uscita che gli rimane: la Lista alternativa rappresentata da Rivoluzione civile!