ferreropaolo1di Daria Gorodisky
Non si fa polemica su un gesto di umanità.

ROMA – Paolo Ferrero, lei è segretario di Rifondazione comunista e candidato alla Camera per Rivoluzione civile: come giudica la partecipazione di alcuni altri membri del suo partito ai funerali di Prospero Gallinari?

«Per me è molto semplice, perché si tratta di una questione personale, un fatto di umanità. In particolare per quanto riguarda Claudio Grassi, che conosceva Gallinari da sempre, sono cresciuti nella stessa città, si conoscevano anche le famiglie…Ha partecipato in forma strettamente privata, non politica. Trovo assurdo ci sia una polemica su questo».

Una polemica che però nasce dall’interno di Rivoluzione civile, dal coordinamento provinciale di Reggio dell’Italia dei valori.


«Non so proprio che cosa abbiano pensato, spero sia tutto frutto di un equivoco. La nostra condanna del terrorismo è nettissima. E Claudio stesso ha sempre fatto scelte totalmente diverse da quelle di Gallinari, si è iscritto al Pci già da ragazzo e ha continuato su quella strada. La sua storia e quella di Gallinari sono antitetiche. Con una persona si può combattere tutta la vita, però poi quando muore è umano andare al suo funerale. Oltre tutto, era lì in città, non è partito da Palermo per andare a Bolzano…».

Non crede che, facendo parte della lista Ingroia, Grassi avrebbe dovuto attenersi a un criterio di opportunità?

«Io posso discutere di opportunità politiche nei casi politici, ma qui stiamo parlando di un fatto privato. In un Paese che si dice cristiano si può almeno rispettare il principio che un funerale è un momento privato? C’è ancora spazio per l’umanità di fronte alla morte di una persona? O si vuol dire che tutti i presenti alla cerimonia sono compagni d’arme di Gallinari?».

C’erano molti ex terroristi. E, quando si vuole entrare nelle istituzioni, magari serve la massima attenzione.

«Un paio di mesi fa un magistrato italiano è passato da Reggio Emilia e ha acquistato un quadro da una persona che in passato ha commesso gravi “errori”: e allora? In questo caso poi, ripeto, si trattava del funerale di una persona. Siamo nella sfera privata. Sul piano politico, noi siamo nettamente per la democrazia; e il terrorismo ha soltanto dato una mano alla chiusura della democrazia».

Ha parlato con Grassi? Non pensava che avrebbe potuto creare imbarazzo a una lista che propone la legalità?

«Gli ho parlato. Era sconcertato dalla polemica, ma ha detto che, a non andare, avrebbe provato imbarazzo come uomo. Era a fianco di due preti…Insomma, per favore, proteggiamo almeno il senso di umanità».

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