rivoluzioneciviledi Antonio Sciotto
Nella Cgil scoppia il caso Ingroia. L'ex pm recentemente assurto a leader di «Rivoluzione civile» non è stato invitato a parlare alla prossima Conferenza di programma della Cgil, grande kermesse che invece offrirà una platea di enorme visibilità ai due ospiti di onore, Pierluigi Bersani e Nichi Vendola, asse Pd-Sel. La Conferenza sarà l'occasione - dopodomani e sabato a Roma - per presentare l'ambizioso «Piano per il lavoro» del sindacato. E non si deve dimenticare che a parlare sono ugualmente invitati, accanto a Bersani e Vendola, anche due pezzi da novanta del prossimo scacchiere politico, ovvero l'attuale ministro per la Coesione Fabrizio Barca, e Giuliano Amato, dato in corsa per la Presidenza della Repubblica.
Insomma la mastodontica nave della Cgil - 6 milioni di iscritti e incalcolabili simpatizzanti nel Paese - ha tirato le ancore, e si muove in una direzione precisa. Ma ha lasciato sulla banchina diversi personaggi che forse si sarebbero aspettati un posto in crociera.

Si tratta di Rivoluzione civile, che riunisce partiti ormai frammentati come Prc-Pdci, l'Idv, i Verdi e tanta parte della società civile che pure avrebbero forti legami con la Cgil. E la protesta per la «mancanza di pluralità», non a caso, è emersa all'ultimo Direttivo, lunedì scorso.
La segreteria guidata da Susanna Camusso aveva sottoposto al Direttivo il programma della Conferenza e il Piano del Lavoro: ma non chiedendo l'approvazione, che si ottiene dopo una votazione, bensì una semplice «assunzione». «Il Piano è in fieri - spiega il segretario confederale Nicola Nicolosi - per questo ci sembrava prematuro votarlo». A questo punto è arrivata una contestazione da parte di Giorgio Cremaschi, che ha chiesto invece di votare e ha protestato per il fatto che non fossero stati invitati tutti i leader della sinistra.
Gianni Rinaldini, portavoce della minoranza Cgil, lamenta «la mancanza di autonomia» scelta dalla segreteria: «Si sono invitate specifiche forze politiche, rendendo di fatto la Conferenza un'iniziativa di propaganda elettorale». Dalla Fiom, che ha «donato» Giorgio Airaudo al Sel, per ora nessun intervento.
«L'autonomia la garantiamo presentando le nostre proposte - replica Nicolosi - Gli inviti sono stati fatti quando ancora Ingroia non era a capo di Rivoluzione civile. Abbiamo coinvolto chi ha un'interlocuzione storica con la Cgil, mentre Ingroia, che io sappia, non ci ha chiesto neanche un incontro. Prendiamo il Prc: se sostiene in primis Cobas e Rdb, poi non può lamentarsi se non è interpellato. In ogni caso, abbiamo invitato gli ex cigiellini candidati in tutte le liste, e chi chiederà di parlare dal palco non verrà rifiutato».
Lamentele ufficiali non sono arrivate, ma il casus Cgil tra gli «ingroiani» sta creando disagio. «Io non ho ancora ricevuto nessun invito - ci spiega Giovanna Marano, ex segretaria Fiom e oggi candidata di Ingroia - Ma certo proverei un certo disagio a intervenire a una iniziativa dove il mio leader non è invitato. Mi sembra un cambio di passo per la Cgil, io l'ho sempre conosciuta come pluralista».

Il Manifesto - 23.01.13

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