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Sotto attacco su più fronti, la Fiom mette in campo la sua risposta: scioperi a gennaio e una manifestazione nazionale a Roma l'11 febbraio. Al comitato centrale del 10 gennaio i metalmeccanici della Cgil hanno stabilito il calendario di lotte dell'anno appena iniziato. C'è la crisi, a partire dall'accordo separato a Fincantieri, con centinaia di imprese in cassa integrazione. C'è la vicenda Fiat, l'estensione del modello Pomigliano a tutto il gruppo e l'esclusione della Fiom dai diritti sindacali. E poi, vanno rispedite al mittente le voci sempre più insistenti di una cancellazione dell'articolo 18. Il sindacato accetta le sfide, e reagisce.

Com'è nello stile Fiom, prima di tutto c'è la democrazia. Ed ecco la proposta di indire un referendum abrogativo dell'accordo di Pomigliano. «In pochi giorni sono state raccolte oltre 10mila firme di lavoratori», ha affermato il segretario della Fiom Maurizio Landini.

Non solo, la Fiom presenterà un ricorso per violazione dei principi di eguaglianza e libertà sindacale all'Organizzazione internazionale del lavoro, organismo delle Nazioni Unite. E chiede al governo di convocare un tavolo sugli investimenti del gruppo Fiat e sulla modifica dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori. Con l'uscita da Confindustria, infatti, Fiat non applica più gli accordi sulla rappresentanza stabiliti nel 1993, che prevedono le elezioni per le Rsu. Si applica, invece, l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, il quale – così come modificato da un referendum del 1995 - permette la costituzione delle Rappresentanze sindacali aziendali (Rsa) solo alle organizzazioni firmatarie del contratto nazionale.

Il comitato centrale della Fiom, poi, critica duramente Federmeccanica, che dal primo gennaio 2012 non considera più il sindacato maggioritario dei metalmeccanici come firmatario del contratto nazionale (Federmeccanica, infatti, ha disdetto il contratto nazionale unitario del 2008, e considera valido solo quello separato firmato da Cisl e Uil nel 2009). La Fiom risponde con la campagna per il nuovo contratto nazionale (la piattaforma è stata votata dall'assemblea dei lavoratori a settembre) e aprendo «azienda per azienda un'azione di contrattazione che riaffermi i contenuti della piattaforma e diritti e libertà sindacali». Come accadde nel 2003 con la grande – e vittoriosa - campagna dei «precontratti».

Infine è molto netto il giudizio sull'operato del governo Monti: «La Fiom giudica in modo negativo la manovra varata dal governo per il suo carattere recessivo». La Fiom propone, invece «una vera patrimoniale» e «un piano straordinario di investimenti pubblici». Chiude ogni spiragli sulla «manomissione» dell'articolo 18 e chiede l'estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i settori produttivi.

È dunque un attacco concentrico alle condizioni di lavoro, quello portato avanti da governo e Confindustria, al quale la Fiom risponderà con quattro ore di sciopero territoriale durante il mese di gennaio (in Fincantieri le ore saranno 8, in seguito alla conferma da parte del nuovo esecutivo dell'accordo separato firmato da Cisl e Uil col vecchio governo). E una manifestazione nazionale convocata per l'11 febbraio a Roma, «coinvolgendo tutti coloro che ci sono stati vicini in questo anno e mezzo; studenti, precari, giovani», ha spiegato Landini.

Sulla mobilitazione, però, il Comitato centrale si è diviso. Il documento proposto dal segretario Landini è stato votato da 91 componenti dell'organismo sindacale. Mentre ha ricevuto 18 voti il testo presentato da Sergio Bellavita, segretario nazionale della Fiom, componente della rete 28 aprile di Giorgio Cremaschi.  «Ho presentato un documento alternativo a quello di Landini perché considero del tutto inadeguata la risposta messa in campo dalla Fiom», ha dichiarato Bellavita. «Dinanzi alla gravità dell'attacco portato da Governo, Federmeccanica e Fiat serve uno sciopero generale della categoria. Ed è sbagliato chiedere una modifica dell'articolo 19 dello stato dei lavoratori proprio mentre l'esecutivo si appresta a manomette l'articolo 18 con la cosiddetta riforma del mercato del lavoro».

11 Gennaio 2012

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