Giovanni, non mollare, non sei solo. Dalla tua parte ci siamo noi e tanti altri. Tutta la parte migliore del Paese, quella che intende il proprio lavoro come impegno, come strumento per migliorare la vita di tutti. Quel che ti è accaduto dimostra come la mafia non sia più un problema del Sud, checché ne dicano certi leghisti, bravissimi a lanciare ronde e cacce all'immigrato, per distrarci del cancro che sta colpendo l'economia del Paese. Anche nel Nord esiste un intreccio perverso tra imprese, criminalità e politica. Denunciarlo a ogni costo è un nostro dovere. Così come è nostro dovere denunciare la condizione di precarietà che colpisce la nostra generazione e della quale anche tu, che hai meno di trent'anni sei vittima. Coi tuoi articoli, con le tue riflessioni, ci hai spiegato come queste siano due facce della stessa medaglia. Come diritto al lavoro e diritti nel lavoro siano una precondizione essenziale per combattere le mafie. Come la criminalità organizzata possa essere sconfitta solo con la democrazia e la giustizia sociale. Per questo siamo a tuo fianco. E anche noi, oggi, vogliamo dire di chiamarci Giovanni Tizian.
Simone oggionni, portavoce nazionale GC