romaDi Stefano Galieni

L'hanno trovata morta assiderata in una grotta, in zona Trullo – Valle dei Casali, periferia di Roma. Aveva trovato lì rifugio contro il freddo, ma in quella zona sono da anni tante le persone che dormono prive di qualsiasi fonte di calore o di servizio igienico. Le agenzie stampa la incasellano immediatamente fra le vittime di serie B, "clochard, donna, rumena". Da inizio febbraio è la quarta persona a morire di freddo in zona di Roma, 3 erano donne, un freddo che si chiama miseria, abbandono, assenza di politiche sociali.

In questi giorni si irride e giustamente sul sindaco Alemanno, sulla sua sovra esposizione televisiva, sull'inefficienza di una amministrazione tanto capace di assumere parenti e amici, spesso uniti dalla comune appartenenza politica non proprio democratica, quanto di non saper minimamente far fronte a quella che è la normale vita di una metropoli, dalle infiltrazioni della criminalità organizzata alle intemperie stagionali, che si tratti di pioggia o neve. Che sindaco ha la città eterna? Quello che con la città in ginocchio trova il tempo per farsi immortalare da una macchina fotografica con due sue giovani fan a Piazza del Popolo imbiancata, quello che si fa riprendere in maniera ducesca mentre spala neve o sparge sale insieme ai volontari, quello che guarda al futuro radioso dei palazzinari e dei cementificatori che potrebbero calare sulla città in caso di assegnazione delle Olimpiadi. Il sindaco che interviene in tv in qualsiasi momento, spesso in maniera surreale e patetica contro il mondo intero, dai meteorologi al personale della Protezione civile, dal ministero dell'Interno al fato cinico e baro. In questi 4 anni nessuno degli obbiettivi che si è dato Alemanno è stato raggiunto, la vita nella città è peggiorata, si è imbarbarita, soprattutto nelle periferie, la tanto decantata sicurezza, su cui sono stati versati milioni di euro è stata declinata nella caccia al rom, negli sgomberi e nelle retate di migranti senza permesso di soggiorno, lasciando che le mani potenti della criminalità organizzata tornassero a contendersi il territorio, gli spazi di riciclaggio di denaro sporco, la gestione dei grandi traffici di eroina e cocaina. E che dire di una giunta specializzata in interventi inutili o disastrosi, attuati per costruire un retroterra culturale reazionario e misero. Basti pensare all'inaugurazione del "cimitero dei non nati", un insulto a tutte le donne realizzato grazie all'impegno della sola donna presente in giunta, quella che dovrebbe occuparsi di politiche sociali. Una giunta in cui ha brillato anche per la sua inconsistenza di fondo, l'opposizione, capace a volte di alzare la voce su singoli provvedimenti ma mai di prospettare una visione alternativa della città, quella che si dovrà costruire quando finalmente, causa neve o libere elezioni, Roma sarà liberata dal suo ultimo "primo cittadino". Sarebbe utopico pensare che al primo posto, nei programmi di una prossima amministrazione, trovi posto un semplice immediato e egualitario elemento? Il fatto che nel Ventunesimo secolo, a Roma non si debba più poter crepare di freddo in una grotta, che non si venga più lasciati da soli, che la lotta all'impoverimento sostituisca la guerra ai poveri.

10 febbraio 2012

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