Fabio Amato

120210fabioLeggendo nelle pieghe dei commenti e delle  cronache trionfali della visita americana del Presidente del consiglio Monti, si possono cogliere, nonostante i toni enfatici, celebrativi e stucchevoli della stampa allineata al governo tecnico, in cui spicca Repubblica,  alcuni elementi di scetticismo che Obama non ha mancato di sottolineare a quello che viene celebrato come salvatore dell’Italia e dell’Europa.

Infatti c’è una domanda che fa Obama  semplice semplice, a cui il nostro Presidente del Consiglio non risponde. Come riuscirà, Mr Monti, a far coincidere rigore e crescita, visto che oramai anche le agenzie e gli analisti un tempo fan del neoliberismo sostengono che l’effetto recessivo di tali politiche non può che portare ad una recessione con conseguente peggioramento  del deficit e del debito?  Monti non risponde a questa domanda, perché la risposta la conoscono tutti. Obama in primis.

Ovvero che non è possibile portare alla crescita attraverso i tagli e le folli politiche di austerità che si stanno applicando in Italia e nel resto d’Europa.

A meno che il professore non abbia poteri magici in grado si sovvertire regole basilari della politica economica, infatti, il futuro che ci aspetta non è roseo come Repubblica vuole far credere.

Il rigore non porterà crescita ma solo recessione, le manovre di Monti e della compagnia europea ( BCE, commissione, Merkozy) salveranno le banche e i pescecani della speculazione, ma affosseranno il paese e , come è già più che evidente per la Grecia, faranno pagare ai ceti popolari i pesanti effetti di queste sciagurate politiche economiche.  Toglieranno diritti ai lavoratori, ai precari, agli studenti. Ma creeranno solo disoccupazione e ingiustizia sociale.

Mr Monti viene celebrato in realtà per tentare di usarlo come strumento di pressione nei confronti della Germania, per tentare di smuovere la Merkel dalle sue posizioni ultrarigoriste, giudicate eccessive persino da Washington. Tentativo finora risultato vano anche per Obama. E qui invece Monti il tedesco risponde e lo fa chiaramente. Inutile sperare che la Germania e la Merkel faranno politiche keynesiane di sostegno alla crescita. Le aperture di credito, le dichiarazioni trionfali su Monti diga per l’euro, servono a dissimulare il timore che questa diga costruita sul rigore crolli con l’inevitabile recessione economica che è l’unica certezza sugli effetti che avranno le manovre del governo.

Gli Stati Uniti però, possono comunque essere soddisfatti ed essere sicuri di una cosa. Ovvero che l'Italia è oggi allineata più che mai alla Nato e alla sua strategia nel Mediterraneo. Questo è il biglietto da visita con il quale si è presentato Monti.

Con questo governo, in caso di intervento armato alla Siria o all’Iran, continueremo ad essere, come e più di prima, la fedele portaerei della Nato nel Mediterraneo, complici  di sciagurate e nuove guerre, come nel caso della Libia.

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