da rassegna.it
Il primo marzo 2012 torna lo sciopero dei migranti. Nelle maggiori città italiane, infatti, sono fissati iniziative e presidi per la difesa dei diritti degli stranieri in Italia. Una mobilitazione di 24 ore che è ormai appuntamento fisso, come si legge nell'appello lanciato dal comitato: "Il primo marzo del 2010 e 2011 - afferma la nota - in decine di città italiane...
lavoratori migranti e italiani hanno scioperato assieme contro il razzismo istituzionale della legge Bossi-Fini, mentre in decine di piazze si sono avuti presidi, cortei e iniziative".
"Migliaia di persone - inoltre - hanno manifestato con i migranti, mostrando che anche nella crisi si può lottare insieme per i diritti di tutti. La data del primo marzo è diventata così un punto di riferimento importante: anche quest'anno vogliamo che sia un giorno di mobilitazione e sperimentazione di nuove forme di lotta".
Secondo gli organizzatori, la data di quest'anno è particolarmente importante, in particolare "dopo i pogrom di Rom come quello di Torino e l'uccisione a Firenze di Samb Modou e Diop Mor". Bisogna fare chiarezza, quindi, "e dire che il razzismo non è solo un fenomeno culturale, ma si appoggia su leggi e provvedimenti amministrativi che considerano i migranti come braccia da sfruttare o nemici da combattere".
L'iniziativa si sofferma poi sui figli dei migranti nel nostro paese. "Compiuti 18 anni - scrivono -, devono sottostare alle impossibili regole di un permesso di soggiorno per studio, o diventare subito braccia da sfruttare con un permesso per lavoro. E' così nel principio di un permesso di soggiorno 'a punti' e nella tassa sul permesso di soggiorno, che vorrebbe scaricare sul salario dei migranti il costo di queste politiche".
"I migranti pagano le tasse e i costi della crisi come tutti gli altri lavoratori e lavoratrici e la nuova tassa andrà a sommarsi a tutto questo, a quanto già oggi costa rinnovare il permesso e ai 30 euro che si devono inspiegabilmente pagare alle Poste. Se non si punta a cambiare radicalmente questo stato di cose che produce gerarchie e clandestinità - aggiungono -, denunciare il razzismo diventa un gesto ipocrita".
Quindi le richieste del comitato: abolire la legge Bossi-Fini, il contratto di soggiorno per lavoro e chiudere i Cie in Italia ed Europa. Poi concedere la cittadinanza immediata ai bambini nati in Italia, rinunciare al permesso a punti e a nuove tasse sul permesso di soggiorno. Serve "una regolarizzazione generale di chi non ha un permesso di soggiorno, senza truffe e senza produrre altre gerarchie, per il riconoscimento di fatto del diritto d'asilo senza ritardi, lungaggini e discrezionalità". La giornata è infine "contro la precarietà, e per un welfare non basato sullo sfruttamento e l'esclusione di alcuni" e "per costruire insieme uno sciopero di tipo nuovo ancora più grande, capace di unire e cambiare questo stato di cose".
Giovedì 1 marzo sono tante le iniziative in tutte le città italiane, che si possono consultare sul sito ufficiale.