siria

Segreteria nazionale Prc

L'inasprirsi del conflitto civile in Siria sta di giorno in giorno diventando più drammatico. La brutale repressione delle manifestazioni di dissenso da parte del regime di Assad, unitamente all'ingerenza delle potenze imperialiste, delle petromonarchie del golfo e...

di paesi come la Turchia, sta portando il paese verso una guerra civile, con il rischio di un ulteriore allargamento del conflitto, del suo estendersi in forme settarie e religiose, di allargarsi a tutta la regione. Fa parte di questa spinta alla guerra il sostegno che viene dato dall'esterno ai gruppi armati ribelli e il riconoscimento al CNS come unico rappresentate dell'opposizione siriana, che invece è assai variegata ed ha componenti che rifiutano categoricamente qualsiasi intervento armato esterno e soprattutto rifiutano il sostegno politico delle petromonarchie. E' quanto mai curioso che paesi come l'Arabia saudita ed il Qatar, fra i più retrogradi e repressivi, antidemocratici e fondamentalisti del mondo, si presentino e vengano accreditati come sostenitori delle primavere arabe. La loro azione ha sequestrato le domande di democrazia e giustizia per usarle come strumento per seguire i loro piani nella regione. Il loro asse con la fratellanza musulmana da un lato e le potenze occidentali e imperialiste dall'altro, a partire da Usa ,Gran Bretagna e Francia, sta mettendo un'ipoteca su tutto il medio oriente e sui nuovi regimi nati dalle sollevazioni arabe. Ciò che è accaduto in Libia non deve ripetersi in Siria. Le Nazioni Unite non possono essere usate come strumento per giustificare interventi armati , diretti o indiretti da parte di potenze straniere, come accaduto nel caso della Libia, dove con il pretesto della difesa dei civili si è dato il via ad un intervento armato via aerea che ha decuplicato il numero di vittime e distrutto un paese, che è oggi in preda agli scontri di potere fra le varie fazioni. Il ruolo delle Nazioni Unite è quello di prevenire i conflitti, non di fomentarli o di avvallare guerre, come accaduto per la Libia.Siamo senza se e senza ma contro qualsiasi intervento armato in Siria, così come qualsiasi ipotesi di attacco all'Iran. La soluzione della crisi va trovata attraverso una via d'uscita politico negoziale, che passa attraverso il cessate il fuoco da parte delle forze governative come di quelle ribelli, per una transizione democratica che veda il coinvolgimento di tutti gli attori politici siriani. Il monitoraggio della situazione non può essere fatto da paesi colonialisti o imperialisti. In Siria si stanno addensando le tensioni che attraversano tutta l'area. Si tratta di un possibile anticipo di quell'attacco all'Iran che da tempo viene preparato. Una nuova guerra nel mediterraneo rischia questa volta di avere conseguenze incalcolabili. Per questo siamo contro la posizione del nostro governo, che si è allineato alle posizioni più oltranziste, di ingerenza e sostegno all'ipotesi di interventi armati mascherati come sempre dietro le questioni umanitarie. L'Italia non sia complice di una nuova e sciagurata guerra nel mediterraneo.

Giovedì 1 Marzo 2012

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