di Maurizio Landini
Oggi è una giornata molto importante per la Fiom e per il futuro della democrazia. Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil, nel corso del sua storia non si è mai limitato a difendere le condizioni dei lavoratori che rappresenta ma ha sempre avuto l'obiettivo ambizioso di modificare, attraverso la contrattazione e l'azione sindacale, il modello sociale.
Oggi denunciamo che la poca democrazia nei luoghi di lavoro si accompagna all'attacco ai salari, ai diritti e alle condizioni materiali della nostra gente. È un meccanismo infernale prodotto direttamente da un modello di sviluppo sbagliato che non riconosce vincoli sociali né ambientali.
C'è un collegamento profondo tra la richiesta di democrazia, la battaglia per riconsegnare ai lavoratori il diritto di decidere sulle proprie condizioni, sui contratti e gli accordi che li riguardano e la costruzione di nuovo lavoro. Ci interroghiamo sul senso, cioè sul prodotto di questo nuovo lavoro. Tornano domande antiche, a cui oggi siamo tenuti a rispondere: cosa, come, dove produrre?
In sostanza, la Fiom ha un'idea generale del lavoro e di dove esso si collochi. Mi chiedo invece se i partiti abbiano un'idea generale che tenga insieme la democrazia, il lavoro e i suoi imprescindibili diritti e un modello di sviluppo al tempo stesso rispettoso dell'ambiente, cioè della natura e della collettività.
La Fiom, con lo sciopero generale di oggi e la manifestazione a Roma che sarà grande e aperta a chi ha a cuore come noi la democrazia, chiede un piano straordinario sostenuto da investimenti pubblici e privati per un'uscita sostenibile dalla crisi. A chi si turba per la presenza sul nostro palco di rappresentanti istituzionali critici nei confronti delle grandi opere rispondiamo che noi siamo, e non da oggi, contro la cultura e i guasti delle grandi opere proprio perché ci battiamo in difesa del territorio e dei diritti di chi lo abita, perché è urgente un progetto di mobilità sostenibile. E' una questione che riguarda tutti, a cominciare dalla politica. Così come dovrebbe riguardare tutti l'attacco ai diritti e alle libertà sindacali scatenato dalla Fiat di Sergio Marchionne, o il tentativo in atto nell'industria pubblica di smobilitazione della produzione civile puntando invece su quella militare.
Come si possono non vedere i legami tra le battaglie per i diritti e la democrazia nel lavoro con quella in difesa dei diritti e della democrazia nella società? E come si fa a non condividere l'impegno sull'art. 18, se è vero che ci si vuole schierare al fianco dei precari, cioè contro la precarietà? Noi siamo su questo fronte proprio perché abbiamo in testa diverse relazioni sociali e un diverso sviluppo perché quello voluto dal liberismo divide, distrugge risorse, ricchezze, beni comuni, lavoro e dignità. E aumenta le diseguaglianze.
In piazza a Roma sfileranno le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici in sciopero per tutta la giornata. Chi sceglierà di non esserci non esprime un dissenso nei confronti della Fiom, ma delle domande di democrazia di cui sono portatori. Da chi condivide la critica agli attacchi antidemocratici della Fiat perché, come noi, pensa che violino la Costituzione, mi aspetto un impegno a cancellare l'articolo 8 della manovra d'agosto del governo Berlusconi e a far sì che venga approvata una legge sulla rappresentanza e la democrazia nel lavoro. Una legge che consenta a chi lavora di esprimersi sugli accordi e i contratti, di eleggere liberamente chi dovrà rappresentarli e che ripristini l'agibilità sindacale. Queste cose dovrebbero saperle i partiti che hanno a cuore l'unità sindacale, oggi in crisi. E' proprio la mancanza di democrazia nel lavoro a rendere difficile l'unità.
Con i metalmeccanici sfileranno tanti giovani, studenti, lavoratori interinali e precari a cui si presentano i conti di una crisi provocata da politiche sbagliate, le stesse che oggi si vogliono imporre per uscirne. Superare la precarietà è la strada principale per ricostruire coesione e sicurezza sociale. Ci saranno con noi tanti pensionati e tanti e tante che vedono la pensione come una chimera, un orizzonte sempre più lontano mentre figli e nipoti vedono sempre più lontano e precario un ingresso nel mondo del lavoro. La priorità deve andare ai contratti a tempo indeterminato, la riforma degli ammortizzatori sociali deve partire dall'estensione a tutti della cassa integrazione. Oltre agli ammortizzatori sociali così riformati si sperimentino forme di reddito di cittadinanza come avviene nel resto dell'Europa, anche per garantire ai giovani il diritto allo studio.
Infine, è utile ricordarlo, oggi la Fiom ha chiamato allo sciopero i metalmeccanici e a manifestare chi ha a cuore la democrazia per riconquistare un vero contratto nazionale di lavoro oggi negato dalle aziende attraverso la pratica degli accordi separati, con la copertura di leggi ingiuste di cui un paese democratico dovrebbe liberarsi.
Buona manifestazione a tutti.
Il Manifesto 9 Marzo 2012