Siamo all'incredibile: una trattativa sindacale riservata, rispetto alla quale i lavoratori, le lavoratrici, i precari, cioè i diretti interessati sono relegati a spettatori di un teatrino e informati solo dalle veline dei mezzi di informazione.
Assistiamo così ad una degenerazione della vita democratica delle Organizzazioni Sindacali, mentre un negoziato sul Mercato del Lavoro in una recessione di questa natura, con l'esplosione senza precedenti di disoccupazione e precarietà richiederebbe , al contrario, coinvolgimento e mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
L'obiettivo del Governo Monti è chiaro:dare seguito alla richiesta della Banca Centrale Europea di “superare le rigidità del mercato del lavoro”, cioè non modificare le molteplici forme di lavoro precario,affermare la libertà di licenziamento riducendo ruolo, entità e durata della Cassa Integrazione Straordinaria, cancellare l'indennità di mobilità e operare ristrutturazioni o manutenzioni sull'art.18, come dire che in questo Paese si afferma la totale libertà di licenziamento.
La CGIL non ha alcun mandato per trattare queste condizioni e tanto meno per modificare l'art.18.
In caso contrario, la CGIL accetterebbe oggi quello che respinse esattamente 10 anni fa con la grande manifestazione del 23 marzo 2002.