di Paolo De Prai
Quando da bambino collezionavo francobolli fui molto colpito dai pezzi della repubblica tedesca di Weimar, che avevano valori enormi, anche sovrastampati.
In seguito scoprii, che a causa della crisi economica del 1929, in Germania vi fu una tremenda inflazione e disoccupazione di massa.
Questa situazione non fu causata solo dalla crisi economica, ma piuttosto dalle politiche monetariste del cancelliere Brüning (marzo 1930-marzo 1932), chiamato in seguito “cancelliere della fame”.
Tale politica monetarista consistette in due manovre.
La prima fu la compressione del credito per combattere l’inflazione, perché per l’economia classica l’inflazione è il risultato di un eccesso di circolazione monetaria a fronte di produzione di beni e servizi, la seconda politica fu quella di taglio dei salari, per favorire l’esportazione.
Il risultato fu miseria di massa e la salita al potere di Hitler, favorito dalla grande finanza e dall’idea di uno stato autoritario che aveva il capitalismo tedesco.
L’economia fu rilanciata dalle spese militari, ma il risultato finale fu la devastazione della Germania e 50 milioni di morti in tutto il mondo.
La politica monetarista europea attuale segue lo stesso assurdo cammino, tramite il pareggio di bilancio che si vuole introdurre in Italia e tramite la compressione dei salari e dei diritti dei salariati per renderli indifesi alle politiche aziendali.
Il governo Monti, espressione del capitalismo europeo, perseguendo la sua politica monetarista ci sta spalancando un futuro tetro e questo dobbiamo combatterlo con forza, perché il pericolo è anche per la democrazia.
Monti ha studiato ed è legato agli ambienti gesuiti, fatto da non sottovalutare, perché è portatore di una mentalità assolutizzante (il fine giustifica i mezzi è un loro famoso detto).
Per contrastare questo governo della miseria, slogan che dobbiamo ripetere come un mantra, dobbiamo perseguire con forza l’unità delle forze alternative al capitale e tornare tutti a sinistra a ragionare in termini marxisti e keynesiani.
Lo sciopero generale della Cgil in difesa della giusta causa deve essere inoltre legato alla difesa del sistema pensionistico: due numeri magici, 18 e 40!