di Nando Mainardi
Anche dall'Emilia-Romagna buone notizie sull'articolo 18: sabato scorso era la giornata regionale di mobilitazione della Federazione della Sinistra contro la riforma del lavoro del governo Monti, e tante e tanti hanno sottoscritto la nostra petizione popolare per la difesa e l'estensione delle tutele previste dallo Statuto dei lavoratori contro i licenziamenti.
A Ferrara, al nostro banchetto, nel giro di tre ore sono state raccolte 270 firme: era dai tempi della raccolta firme per il referendum sull'acqua pubblica che non si vedevano le file per firmare. In più, la mobilitazione per la difesa dei diritti unisce: le bandiere di Sel si sono unite a quelle della Federazione della Sinistra per l'occasione. A Piacenza eravamo presenti al concerto della Banda Bassotti organizzato e autofinanziato dai Giovani Comunisti: hanno firmato più di 200 ragazze e ragazzi, alla faccia di chi sostiene che l'articolo 18 chiama in causa solo i "padri" e non i "figli". Anche a Bologna i Giovani Comunisti erano in piazza, ed hanno raccolto 250 firme in un paio d'ore. A Ravenna la Fds ha organizzato sul mercato un presidio con comizio del portavoce nazionale Massimo Rossi. Rossi ha esposto le ragioni della nostra opposizione alle politiche del governo e le nostre proposte per la fuoriuscita dalla crisi. Nel frattempo la gente che ascoltava, si avvicinava e firmava. E così pure eravamo a Reggio Emilia (1200 firme raccolte fino ad ora in tutta la provincia) - dove l'appuntamento settimanale è al sabato, nella centrale piazza del Monte - a Imola, in centro, e in tante altre città della regione. Insomma, il segnale che emerge con questa petizione è forte e chiaro: la riforma del mercato del lavoro e lo snaturamento dell'articolo 18 non piacciono e preoccupano. Noi non ci fermiamo, anzi: nei prossimi giorni intensificheremo le iniziative per dare voce e unire chi non ci sta.
Martedì 27 Marzo 2012