120330brussel_492di Giuseppe Carroccia

Si è svolta mercoledì 28 marzo a Bruxelles una manifestazione internazionale dei sindacati di base dei lavoratori del trasporto per contrastare il libro bianco della Commissione europea che impone a tutti i paesi della comunità tempi e modi per la liberalizzazione e la privatizzazione di tutto il trasporto.
A un anno esatto dalla nascita del libro che farà tabula rasa del diritto alla mobilità e a un trasporto pubblico, sociale e sicuro centinaia di delegati si sono dati appuntamento davanti all’ala Altiero Spinelli del Parlamento Europeo per rivendicare i diritti dei lavoratori e dei viaggiatori, per aprire una stagione di lotta contro chi si ostina a imporre in modo antidemocratico politiche liberiste, nonostante il loro fallimento che la crisi economica ha reso evidente a tutti.

Erano presenti e hanno preso la parola rappresentanti di tutti i paesi. Gli inglesi dell’ RMT, sindacato glorioso fondato nel 1913 a Rugby la cittadina che ha dato i natali anche al popolare sport, hanno coordinato i lavori col loro infaticabile Alex Gordon a fare da speaker e traduttore, mentre i francesi di Sud Rail hanno allestito una tenda con birra, panini di salsiccia e una micidiale mostarda.
Tanta musica dai Clash a Jacques Brel nato da queste parti in un piccolo paese tra Bruxelles e Waterloo.
La manifestazione ha pertanto preso sin dall’inizio le caratteristiche di un happening, di una festa multicolore a cui hanno preso parte involontariamente centinaia di giovani belgi che sostavano nel giardino, stupiti della rabbiosa e rumorosa allegria dei dimostranti che sembravano usciti da un film di Ken Loach e anche un po’ assordati dal continuo scoppio di mortaretti e petardi, come quelli che nello stesso momento stavano usando a Roma gli operai dell’Alcoa.
D’altronde per sturare le orecchie ai sordi burocrati della banca centrale non sarebbero certo bastati fischietti e trombe da stadio che pure facevano la loro parte.
Le parole degli oratori hanno reso bene la drammatica situazione del trasporto pubblico, dei lavoratori e delle classi popolari per le conseguenze della crisi economica molto simili in tutta Europa.
Bob Crove ha ribadito che non sarà con una pila di fogli di carta che fermeranno le lotte dei lavoratori e dei cittadini, mentre il rappresentante dei lavoratori portoghesi ha messo in guardia il suo connazionale Barroso che vuole limitare pesantemente il diritto di sciopero.
I francesi hanno puntigliosamente rivendicato la natura sociale del trasporto, di quello pendolare in particolare, criticando le scelte dell’alta velocità, mentre gli spagnoli hanno parlato soprattutto della grave crisi occupazionale, delle scelte ultraliberiste del governo di destra contro il quale si è svolto oggi un grandioso sciopero generale.
Per l’Italia ha parlato in francese un rappresentante dell’Orsa che ha criticato la legge che aumenta l’età pensionabile, mentre Staccioli dell’Usb ha scrupolosamente analizzato le conseguenze della privatizzazione in tutti i settori, dal fallimento di Alitalia e Tirrenia, al trasporto pubblico locale a quello ferroviario viaggiatori e merci, ricordando la decisiva battaglia per difendere il contratto collettivo e l’articolo 18.
Sono ovviamente intervenuti anche i belgi e persino i ciprioti, presenti anche con un rappresentante del Partito comunista.
La presidente del gruppo del Gue nonché rappresentante della Linke Gabriel Zimmel ha promesso una dura battaglia a Strasburgo e chiesto di coordinare gli sforzi per unificare la battaglia politica con quella sindacale.
La manifestazione si è conclusa sulle note dell’Internazionale cantata in francese, quanto mai opportune visto il clima fraterno che si respirava, anche se più che “lutte final”, si tratta di una “lutte inizial”.
Sul prato, mentre i delegati sfollavano per dirigersi verso le stazioni e gli aeroporti dopo una giornata che ha messo a dura prova le capacità organizzative e finanziarie dei sindacati di base, fiorivano le bandiere multicolori piantate orgogliosamente dai manifestanti.
Tra le altre anche una di Rifondazione comunista che per la verità ho piantato io.
Speriamo che ci daranno in frutto lo sciopero generale europeo di tutti i lavoratori del trasporto. Ce ne sarebbe proprio bisogno commentavamo stanchi ma soddisfatti sul volo low coast della Rayanair prima di atterrare a Ciampino con due ore di ritardo, mentre hostess e steward hanno inutilmente cercato di venderci di tutto: persino, uno stratch and wine (gratta e vinci). Al padrone irlandese, contro il quale abbiamo lottato per salvaguardare la salute dei cittadini di Ciampino, dei Castelli e di Cinecittà e che abbiamo denunciato per evasione fiscale, non potevamo regalare manco un euro.
Al massimo un sorriso alla hostess dallo sguardo gentile, ma stanchissimo.
Questa giornata contro il dumping sociale la dedichiamo a lei.

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