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redazionale
Si è tenuta lunedì scorso a Roma, presso il Centro Congressi, una giornata a pochi mesi dalla morte  del compagno Guido Cappelloni dal significativo titolo <<Guido Cappelloni, un comunista>>. Occorre dire che più una giornata di commemorazione è stata un momento di riflessione critica sulla storia del Pci e successivamente del Prc, in quanto Cappelloni ha attraversato con la sua militanza comunista un arco di tempo lunghissimo: si iscrisse al Pci all’indomani della guerra, diventando dopo pochi anni un dirigente prima della Marche e successivamente nazionale con incarichi di direzione impegnativi e delicati.

È stato componente del Coordinamento diretto da Giorgio Napolitano,tra La Segreteria Nazionale di Luigi Longo e l’Ufficio politico del partito, Tesoriere, Responsabile dei Ceti medi, deputato e autorevole membro della Commissione industria della Camera. Poi è stato  insieme ad Armando Cossutta un protagonista nella lotta contro la mutazione genetica del partito e successivamente con quest’ultimo, Sergio Garavini, Lucio, Libertini,  Ersilia Salvato e Bianca Braccitorsi tra i fondatori del Prc. Dunque l’occasione di ricordare Cappelloni a pochi mesi dalla sua scomparsa è stata l’occasione di una rivisitazione della storia dei comunisti: dalla Liberazione a oggi.
Per questa ragione la giornata si è articolata in diverse sezioni: <<Dalle Marche a Botteghe Oscure>>, relatore Paolo Guerrini, <<Gli anni del dissenso>>, relatore Sandro Valentini, <<La nascita del Prc>>, relatore Leonardo Caponi, <<Per la rifondazione comunista>>, relatore Fausto Bertinotti, <<L’impegno in Sardegna>> testimonianza di Giuseppe Stocchino.
Al centro della discussione ovviamente il ruolo da protagonista di Cappelloni nelle diverse fasi, ma anche il confronto tra Ingrao e Amendola dopo la morte di Togliatti, la Segreteria di Berlinguer, il tema della costruzione di un blocco politico e sociale per la trasformazione e la questione spinosa della democrazia e dei rapporti tra maggioranza e minoranza nel Pci, fino al dissenso di Cossutta e alla formazione dell’area cossuttiana che fu la spina dorsale senza la quale non sarebbe nato il Prc dopo la liquidazione del Pci e ai crocevia più recenti: la elezione a Segretario del Prc di Bertinotti, la scissione di Magri, la rottura tra Cossutta e Bertinotti e la nascita dei Comunisti italiani, il Congresso di Venezia e la Lista Arcobaleno. Ad ognuno  di questi passaggi Cappelloni giocò un ruolo decisivo prima come membro della Segreteria del partito e poi come Presidente del Collegio Nazionale di Garanzia.
Nel corso del dibattito sono intervenuti portando contributi e testimonianze nell’ordine: Franco Proietti, Mauro Olivi. Katia Bellillo, Aurelio Crippa. Oliviero Diliberto, Severino Galante, Bianca Braccitorsi, Stefano Alberione, Alberto Burgio, Bruno Casati, Paolo Ferrero.
La giornata si è concluso con un intervento di Claudio Grassi che ha tracciato un significativo profilo di Cappelloni.
Per i problemi politici  e storici affrontati dalle relazioni e dagli interventi si è deciso di pubblicare quanto prima gli atti del convegno a conferma che Cappelloni, come molti degli intervenuti hanno rammentato, oltre ad essere un dirigente e un organizzatore comunista è stato un intellettuale raffinato.

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