di Linda Santilli
Caro Mario, ricordati dell'infanzia. In Italia 1 bambino su 4 è a rischio povertà.
È la pubblicità che accompagna la campagna lanciata dall’associazione internazionale per i diritti dell’infanzia Save The Children, con tre testimonial d'eccezione sapientemente scelti: Mario Monti bambino in uno scatto del 1953, la ministra Fornero e il ministro Passera anche loro da piccoli.
Il dossier prodotto è a disposizione di tutti, ma soprattutto del governo, e mostra la faccia più cupa della crisi con tanto di numeri e dati inediti da cui si conferma che l’Italia, paese oramai in testa a tutte le classifiche europee che fanno scandalo, come se non bastasse è nemica anche dell’infanzia.
Da noi 1 bambino su 4 è a rischio povertà, se figlio di madre single il rapporto è 1 a 3. Per i figli degli under 35 la proporzione peggiora ulteriormente arrivando a 1 su 2. In altre parole, la metà dei figli delle nuove generazioni andrà incontro ad una vita di stenti e privazioni. La situazione peggiora ulteriormente a sud dove la povertà infantile galoppa sulla soglia del 60% , e in modo verticale per quanto riguarda i bambini figli di migranti per il quali il trend negativo triplica.
Fuori gioco i figli dei disoccupati destinati alla povertà certa nel 79% dei casi.
Percentuali che fanno paura.
La deriva, si legge nel dossier, non è solo il frutto dei bassi redditi familiari e della precarietà in aumento, ma anche di un welfare state ridotto all’osso e di interventi pubblici indirizzati all’infanzia che sono scarsissimi, dagli asili nido alla scuola sempre meno di qualità, agli spazi per le attività sportive e di gioco. Anche in questi settori la riduzione dei finanziamenti è costante e drastica, e maternità e infanzia camminano di pari passo in discesa precipitando nel pantano di standard di vita inaccettabili per un paese civile. Altrove, stando ai numeri pubblicati, non è così, nonostante la crisi.
E se questo dato non spunta dall’oggi ma deriva da politiche sbagliate di lungo corso, è certo che le ultime manovre Monti-Fornero intervengono a peggiore il tutto rendendo la vita più precaria per i precari, rendendo i poveri più poveri, colpendo duro sulle fasce meno protette, donne e madri con prole in testa. Donne, lo abbiamo detto tante volte, o costrette a rinunciare alla maternità, perfino alla pensabilità di diventare madri, che rimuovono insomma lo stesso desiderio di avere figli, e capiamo meglio il perché; oppure donne in lotta per fare fronte alla crisi due volte di più in quanto madri, in bilico tra il produrre e riprodurre per garantire le condizioni della sopravvivenza dei figli in assenza di qualsiasi responsabilità da parte dello Stato che delega ai nonni, e alle donne soprattutto, le proprie funzioni senza colpo ferire. Ne é un esempio eloquente l’ultima invenzione della ministra Fornero che nella cosiddetta riforma del mercato del lavoro introduce un provvedimento che monetizza il diritto al congedo parentale, fa tornare le donne a lavorare dopo il parto in cambio di un incentivo economico per pagare un servizio privato, e libera lo Stato da ogni responsabilità sui servizi per l’infanzia. L’intervista rilasciata su questo sito dalla sindacalista Barbara Pettine il 10 maggio entra bene nel merito si questa materia.
Tornando al dossier, ciò che emerge dai dati riportati è che in Italia le opportunità o te le dà la famiglia o non te le dà nessuno, e se la famiglia è messa in ginocchio le conseguenze sui minori sono inevitabili e scontate. Se mettiamo sullo stesso tavolo, in un rapporto di contemporaneità come è giusto che sia, la manovra pensioni approvata, quella in discussione che riguarda la riforma del mercato del lavoro, e questo dossier di Pollicino , non possiamo che lanciare un grido di allarme e chiederci, sapendo già la risposta, che fine faranno le richieste di Save the children indirizzate al governo di un piano nazionale urgente di lotta alle povertà. E la risposta purtroppo la sappiamo già, non per arbitraria malevolenza e ottuso pregiudizio ma perché dimensione della vita e richiesta di futuro appaiono incompatibili con il disegno freddo di questo governo che ha una missione da compiere differente e che risponde solo alle grandi oligarchie finanziarie internazionali.
Oltre alla risposta certa, è legittimo avanzare un sospetto: l’austero Mario Monti bacchetterà anche i bambini come se fossero stati infondo anche loro responsabili di ridurre il paese nello stato in cui si trova? Avrà il coraggio, Monti, di avanzare una pretesa di sacrifici anche a loro?