acquanonsivende

di Marco Bersani
Sabato 2 giugno il popolo dell'acqua e dei beni comuni tornerà in piazza. Lo farà con profonda vicinanza e solidarietà con le popolazioni del nord Italia colpite, ormai da settimane, dal terremoto.Una vicenda che alla fragilità intrinseca della relazione fra uomo e natura, vede ancora una volta accavallarsi l'incuria verso un bene comune come il territorio e la colpevole disattenzione verso il diritto ad un lavoro in condizioni di sicurezza e di dignità.
Sono temi che attraverseranno il corteo promosso dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua ad un anno dalla straordinaria vittoria referendaria per denunciare non solo la mancata attuazione del voto referendario, bensì la vera e propria truffa che l'Authority sta preparando sulla nuova normativa tariffaria, con la reintroduzione sotto falso nome dei profitti per i gestori del servizio idrico, abrogati da una valanga di sì nel voto del giugno scorso.
Ma il 2 giugno sarà molto di più di una manifestazione per l'acqua, perché in campo scenderanno tutte le battaglie per i beni comuni, ad indicare un continuum di lotte, mobilitazioni, vertenze che, contro la crisi e le politiche liberiste dell'Unione Europea e dei governi, mettono assieme la difesa e la riappropriazione sociale di ciò che a tutti appartiene, la ricostruzione dei legami sociali e l'urgenza di una democrazia reale fondata sulla partecipazione diretta alle scelte che tutte e tutti riguardano.
Saranno in piazza le vertenze sui rifiuti che, contro i giochi di potere che vogliono mettere l'una contro l'altra le comunità territoriali sulla localizzazione di nuovi impianti di discariche e inceneritori, diranno chiaro che è altra la politica da mettere in campo, fuori dalla valorizzazione finanziaria del ciclo dei rifiuti e dentro la loro riappropriazione in termini di ricomposizione partecipativa dello stesso.
Assieme a loro ci saranno le vertenze contro la privatizzazione dei trasporti e fuori dalle grandi opere e per il diritto a una mobilità sostenibile, contro i grandi impianti energetici e per un diverso modello, territoriale e democratico di autoproduzione dell'energia; contro la privatizzazione dei saperi, della conoscenza e della cultura. E sarà in campo "Roma non si vende", la grande coalizione sociale contro l'espropriazione dei servizi pubblici locali e l'ulteriore privatizzazione di Acea, da mesi in mobilitazione contro il sindaco Alemanno che, come un dittatore in fuga che brucia i pozzi di petrolio, ha deciso, prima di andarsene, di regalare l'argenteria della città ai poteri forti finanziari e immobiliari.
Attraverseranno le strade di Roma le donne e gli uomini che in ogni luogo di questo Paese possono a buon diritto dire ad alta voce «La Repubblica siamo noi» e non l'inutile sfoggio di armi e mezzi di guerra che alla mattina sfileranno per ricordarci che l'unica funzione pubblica cara alle politiche liberiste è quella della competizione militare fra gli Statti e del controllo sociale sui popoli.
Una parata indegna che, ancor più quest'anno, andrebbe annullata per destinarne i fondi alle popolazioni colpite dal terremoto. Porteremo in piazza l'allegria e la determinazione, il desiderio e il dolore, dentro il fertile intreccio di esperienze che vogliono cambiare ora e subito l'esistente per dare a tutte e tutti la possibilità di un altro futuro. Porteremo in piazza l'acqua, i beni comuni e la democrazia. Tutti elementi incompatibili con la Borsa, tutti elementi necessari alla vita.
* Attac Italia- Forum italiano dei movimenti per l'acqua)
da Il Manifesto, Giovedì 31 Miaggio 2012

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