manager

di Luca Galassi
Venti volte tanto: è questo il rapporto – di per sé già immorale – oltre il quale non si potrà più andare: gli stipendi dei top manager pubblici francesi non potranno superare questa proporzione, rispetto ai salari più bassi del settore pubblico.
Lo ha annunciato il Primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault in un’intervista al settimanale L’Express, precisando che la norma si applicherà anche ‘ai contratti in corso’. Fino a oggi, nel Partito Socialista francese, la posizione era quella di aspettare la fine – o il rinnovo – del mandato dei dirigenti delle aziende di Stato – prima di cambiare le regole del gioco.
Il principio che fissa un tetto alle remunerazioni cosiddette ‘habituelle’ (in parte fisse e in parte variabili) verrà proposto dove lo Stato è azionista di minoranza (come France Télécom, Renault, Air France), mentre sarà imposto laddove la maggioranza è pubblica (Edf, Areva, Poste francesi).
Nel ricordare che gli stipendi dei ministri sono stati ridotti del 30 percento, Ayrault ha fatto appello al patriottismo dei dirigenti “ai quali è fatto obbligo di comprendere che la crisi necessità di situazioni esemplari da parte delle élites politiche ed economiche”.
Non si conoscerà fino all’emanazione di un decreto apposito l’entità del salario che si prenderà a parametro per valutarne il multiplo di venti. Tuttavia, il tetto massimo sarà fissato a circa 350mila euro all’anno.

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