di Massimo Giannetti

Potrebbe essere l'ennesimo colpo di scena delle elezioni palermitane del 6 e 7 maggio scorso. Al momento è soltanto una indiscrezione, ma dal riconteggio dei voti in corso da diverse settimane nella caserma «Bichelli», nel quartiere San Lorenzo, emergerebbe in particolare che lista della «Federazione della sinistra e gli ecologisti» - alla quale è stato

attribuito ufficiosamente il 4,7% - avrebbe superato lo sbarramento del 5%, soglia indispensabile per poter accedere a Palazzo delle Aquile.

Se le indiscrezioni saranno confermate, la lista di Rifondazione comunista e Verdi non solo entrerà in consiglio con due consiglieri (quota spettante a chi ottiene il 5%) ma avrà diritto anche alla ripartizione del premio di maggioranza (il 60% degli scranni disponibili nella Sala delle Lapidi) previsto per le liste collegate al candidato sindaco vincitore delle elezioni. In questo caso avrebbero assegnati almeno nove dei trenta consiglieri attribuiti alla lista dell'Italia dei valori, primo partito a Palermo con il 10%.
Un esito del genere cambierebbe radicalmente la geografia politica in consiglio comunale. Dove, stando sempre al riconteggio dei voti non ancora ultimato - ci vorranno almeno un'altra decina di giorni - potrebbero entrare anche un rappresentante della lista 5 Stelle (alla quale è stato ufficiosamente attribuito il 4,9%) e di Futuro e libertà (che ha avuto il 4,3%). Questa volta però a scapito dei maggiori partiti di opposizione, quindi Pdl, Pd e Udc, ognuno dei quali in consiglio con tre seggi a testa.
«Non è un paese normale quello in cui a 31 giorni dallo svolgimento delle elezioni non c'è ancora certezza sugli eletti e nessun consiglio comunale insediato», dice Riccardo Nuti, candidato a sindaco per i grillini e autore del ricorso che ha determinato la riapertura delle schede che tra qualche giorno potrebbe dargli ragione. Analizzando i verbali redatti nei vari seggi e ora all'esame dell'Ufficio elettorale, i grillini denunciano di aver «ravvisato anomalie ed errori».
E di «irregolarità» parlano anche esponenti di altri partiti e liste civiche - Mpa, Api, Mps, ChiAma La Città e Palermo Evviva - che proprio l'altro ieri hanno scritto una lettera agli assessori regionali alle autonomie locali e della funzione pubblica e al prefetto in cui chiedono «l'istituzione di una commissione di verifica, che preventivamente e senza alcuna interferenza con gli effetti legali di competenza della commissione elettorale centrale, proceda al riconteggio di tutte le schede in modo da fugare ogni ombra sulla correttezza delle elezioni». Per i firmatari delle lettera «le operazioni di scrutinio sono state condotte in maniera non uniforme per tutti i seggi elettorali e ciò in quanto diversa è stata l'interpretazione della norma relativa all'attribuzione dei voti ai candidati sindaci e alle liste, con ciò alterando l'esito finale del voto».

 

da il manifesto

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