di Paolo Ferrero
La cosa più impressionante del vertice romano è la totale inadeguatezza delle proposte. Di fronte alla più grave crisi mondiale mai vista, propongono la crescita ma parallelamente lasciano inalterato il fiscal Compact che – da solo – getterà l’Europa ed in particolare l’Italia nella recessione più nera. Il tutto senza affrontare il nodo della cattiva distribuzione del reddito che è all’origine degli scarsi consumi e quindi della recessione. Le misure per la crescita saranno quindi solo ulteriori soldi tolti allo stato sociale e dirottati in grandi opere – a volte inutili e dannose come la Tav – senza aumentare di un millimetro la domanda, che è l’unica che può trainare l’economia. Sulla speculazione la meritoria proposta della Tobin tax – che vedremo se applicheranno e in che modo vista l’opposizione dell’Inghilterra – è oggi del tutto inadeguata: adesso il problema è bloccare la proliferazione di centinaia di migliaia di miliardi di derivati che continuano ad aumentare, così come è necessario bloccare sul nascere la speculazione sui debiti pubblici. Su questo il nulla cosmico. Infatti di modifica del ruolo della BCE non si è nemmeno parlato e neanche gli Eurobond sono stati presi in considerazione. Questo vertice mi pare si possa riassumere così: un grande esercizio di propaganda, aria fritta, ma ben condita.