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Si è conclusa mercoledì 27 giugno la lotta degli operai edili per vedersi riconosciuto il salario per il lavoro di muratura fatto nel cantiere Erap di Senigallia.
Tutto è cominciato tre mesi fa, quando gli operai sono saliti sulla gru bloccando il cantiere per ottenere le mensilità arretrate. L’occupazione è durata qualche ora, poi la mediazione dell’Amministrazione Comunale ha portato al pagamento dei salari.
Il collettivo Precari United e l’Arvultùra erano sotto la gru, a portare solidarietà e sostegno alla lotta.
Tutto sembrava risolto, fino a giovedì 21 giugno, quando i telefoni di alcuni attivisti dell’Arvultùra hanno squillato di nuovo. Dall’altra parte del telefono c’erano gli operai che stavano chiedendo sostegno perché mancava ancora il 60% dei salari: gli straordinari fatti e non riconosciuti.
Di lì inizia una mobilitazione permanente che vede gli operai edili e gli attivisti di Arvultùra e Precari United, muoversi insieme e ri/organizzare la lotta con un obiettivo chiaro: il lavoro è sudore e fatica, e va pagato!
In una settimana s’incontrano tutte le parti, in primis l’Amministrazione Comunale che si fa da mediatrice con L’Erap e poi la CGIL di Senigallia che prende in carico la vertenza sindacale.
Dopo il primo muro contro muro, dove l’Erap sembra non voler accettare nessun confronto, gli operai insieme agli attivisti senigalliesi, occupano il cantiere, decisi a impedirne la riapertura fin tanto che non si sarà avuta la garanzia che il lavoro fatto sarà pagato.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 27 giugno arriva – finalmente – l’accordo: gli straordinari saranno pagati e di conseguenza si pone fine all’occupazione.
Vincere questa lotta per la dignità di operai che hanno lavorato dodici ore al giorno – sabato e domenica compresi - non era affatto scontato. Se è stato possibile, è perché operai e attivisti sono riusciti attraverso un’intelligente azione conflittuale a impegnare l’Amministrazione Comunale e il sindacato CGIL a prendere parola, in vista di un risultato comune: la tutela di chi nell’opaco mondo dell’edilizia sta all’ultimo posto, gli operai.
Dopo la contestazione alla CISL, questa nuova lotta ci dimostra che c’è una Senigallia democratica e solidale, irriducibile a qualsiasi forma d’ingiustizia sociale e sfruttamento.
Una Senigallia diversa e opposta a quella dei politici che si lamentano se non riescono a dormire nelle proprie case di lusso per qualche decibel in più o peggio, dei fondamentalisti cattolici e delle loro indegne crociate antiabortiste.ì
Ancora una volta, la lotta paga!
SPAZIO COMUNE AUTOGESTITO ARVULTÙRA
PRECARI UNITED

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