di Andrea Fabozzi

Tra due settimane in Sicilia si cominceranno a raccogliere le firme per presentare le liste alle regionali del 28 ottobre, ma Leoluca Orlando non ha ancora deciso se appoggiare o meno Claudio Fava, candidato presidente. Nelle ultime ore il sindaco starebbe cercando un nome in grado di spaccare il partito democratico, la scelta ricadrebbe su Bernardo Mattarella che sull'isola incarna l'anima (minoritaria) anti Lombardo dei democratici. Mattarella, figlio di Piersanti, il presidente democristiano ucciso dalla mafia nel 1980, e nipote del giudice costituzionale Sergio, è stato scaricato dal Pd in favore di Rosario Crocetta, più gradito a Lombardo e all'Udc.

Secondo Orlando potrebbe adesso tornare in campo, stavolta col sostegno dell'Idv e di una lista civica. Ma in pista (e col favore dei sondaggi) c'è già Fava.
E a sinistra c'è una novità importante, annunciata ieri: Sinistra ecologia e libertà, la Federazione della sinistra (Rifondazione e Comunisti italiani) e i Verdi presenteranno una lista unitaria. Scelta obbligata dalla soglia alta di sbarramento (5%) prevista dalla legge regionale, ma comunque segnale in controtendenza visto che cade nel momento in cui il partito di Vendola a Roma sta seguendo tutt'altra strategia: l'alleanza con il Pd in vista delle politiche del 2013. In Sicilia invece si dice un no netto al Pd, che è stato l'alleato più solido di Raffaele Lombardo, e soprattutto no all'Udc, per proporre una formula unitaria.
Come quattro anni fa, alle regionali del 2008, quelli però erano i tempi della sinistra Arcobaleno. L'esperienza più recente, invece, quella delle comunali di Palermo, racconta di insanabili fratture tra Sel (che ha sostenuto Ferrandelli) e la Federazione (che ha appoggiato Orlando). Le trattative tra i partiti sono partite da lì, dal 2,2% di Sel e dal 4,7% della Federazione in alleanza con i Verdi. E se l'accordo è stato annunciato solo ieri è perché fino all'ultimo si è sperato di poter coinvolgere anche l'Idv, legandolo così al sostegno a Fava.
Ma Orlando non ha ancora sciolto la riserva. Nel corso degli incontri che sono serviti per chiudere l'accordo sulla lista unitaria, i partiti hanno fatto lo sforzo di prescindere dal quadro nazionale, dove invece marciano divisi. «Non è stato difficile - spiega Celeste Costantino, segretaria provinciale di Sel -, nel momento in cui il Pd stringe un patto con l'Udc siciliano, e sottolineo siciliano, potevamo solo costruire altrove il perimetro del centrosinistra». «In Sicilia siamo più avanti, speriamo di poter essere da esempio», si limita a dire Antonio Marotta, segretario regionale di Rifondazione. Che però aggiunge una considerazione: «L'Idv è a tutti gli effetti nella sinistra siciliana, anche nel caso in cui individuasse un candidato autorevole da confrontare con Fava». C'è dunque un'ipotesi di primarie «ristrette», tra la sinistra e l'Idv? «È stato Fava il primo a dire di essere disponibile alle primarie, sia chiaro che noi sosterremmo comunque lui». Per il momento, come recita il comunicato stampa congiunto, l'accordo tra Sel, Fds e Verdi «si iscrive nell'orizzonte di una netta e radicale discontinuità con le disastrose esperienze dei governi Cuffaro e Lombardo e nell'avvio di un processo di liberazione della Sicilia da illegalità, spesa improduttiva e clientelismo». A guidare la lista ci saranno personalità estranee ai tre partiti e la speranza è quella di coinvolgere Rita Borsellino che ha già indicato in Fava «un candidato autorevole che può coagulare le forze migliori».
La tensione fuori dall'isola però e troppa perché le notizie che arrivano da Palermo non provochino reazioni interessate. Il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero è il primo a esprimere grande soddisfazione per l'accordo. E ne approfitta per mandare un messaggio a Vendola: «Il mio auspicio è che la lista unitaria in Sicilia sia il primo passo per una lista unitaria di sinistra alle elezioni nazionali, in netta alternativa alle politiche del governo Monti e alle forze politiche che l'hanno sostenuto. La strada dell'alternativa - conclude Ferrero - è la strada su cui dare una risposta ai problemi del paese e su cui ricostruire l'unità e la forza della sinistra». «In Sicilia c'è una situazione veramente particolare», raffredda l'entusiasmo Gennaro Migliore, rispondendo a nome di Sel. «La lista unitaria è stata sempre il nostro obiettivo e parla a un pezzo di società che sta in un'altra prospettiva rispetto al Pd. Non se ne può trarre un valore nazionale perché la Federazione della sinistra non è interessata al governo e noi non abbiano nessuna intenzione di riproporre la sinistra Arcobaleno».

 

da il manifesto

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