di Giuseppe Giulietti
Ci sono tante associazioni inutili che hanno il solo fine di esaltare l’ego dei promotori o talvolta dell’unico promotore che elegge se stesso presidente, amministratore, e magari anche addetto stampa, così, di tanto in tanto, ci scappa anche una foto con didascalia sulla gazzetta locale.
In questo lungo elenco di associazioni senza fine alcuno, non rientra e non rientrerà la neonata associazione dedicata a Federico Aldrovandi, dedicata al giovane di Ferrara morto in seguito alle botte ricevute da un gruppo di poliziotti.
A presiederla ci sarà Patrizia Aldrovandi Moretti, la mamma di Federico che, solo di recente, e grazie alla impegno suo, dei familiari, degli amici, e di un pugno di coraggiosi avvocati e giornalisti, è riuscita a strappare una prima parziale vittoria,sotto forma di condanna degli aggressori in divisa.
Uno di loro, non contento delle malefatte, riuscì anche, dopo la condanna, a ingiuriare la mamma e la famiglia di Federico, a conferma che quelle botte mortali non erano solo il frutto di un momento di ira bestiale e comunque ingiustificabile. Patrizia, durante questa lunga lotta, ha incontrato altre donne coraggiose che hanno subito la stessa ferita, gli oltraggi: Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Domenica Ferulli…
Insieme, assistite dall’avvocato Fabio Anselmo, un legale tenace e generoso, hanno messo in comune non solo il loro dolore, ma anche la volontà di fare rete, di aiutare chiunque abbia subito episodi analoghi, di illuminare casi volutamente censurati, di assistere chi si sente solo o disperato di fronte a violenze mascherate da “atti legali”.
Chi volesse saperne di più legga l’editoriale scritto da Filippo Vendemmiati, autore di quello straordinario film dedicato proprio alla vicenda umana e giudiziaria di Federico Aldrovandi, e trovi il modo di dare una mano a questa nuova e civilissima associazione, se non altro non correrà mai il rischio di trovarsi in “cattiva compagnia”.
da Il Fatto Quotidiano