“Non può essere accolta nemmeno l’eccezione di decadenza” sollevata dall’INPS,  scrive il giudice del lavoro del Tribunale di Civitavecchia Francesco Colella, che ha rigettato il ricorso dell’istituto previdenziale

di Gianni Avvantaggiato, pubblicato su http://www.ambienteambienti.com

“Quando la nuova legge sull’amianto non trova applicazione, gli aventi diritto non sono tenuti a presentare la domanda entro il 15 giugno 2005 e non possono decadere”. Così il Giudice del lavoro del Tribunale di Civitavecchia (Roma) Francesco Colella, che ha rigettato l’eccezione di decadenza dell’INPS per mancato deposito della domanda all’INAIL entro il 15 Giugno 2005 e, invece, ha dato ragione al il signor Gianni Birindelli, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni (clicca qui per visionare e scaricare il testo della sentenza). Oggetto del contenzioso il riconoscimento del beneficio previdenziale di cui all’art. 13, comma 8, della legge n. 257 del 1992, norma relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto.

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La Corte di Cassazione ha affermato che se un lavoratore muore per un tumore ricollegabile all'assorbimento di polveri di amianto, tutti coloro che avrebbero dovuto prevenire l'assorbimento di tali polveri sono penalmente responsabili. La responsabilità penale si ha anche nel caso l’esposizione sia una concausa del tumore e anche quando il decesso avviene  molti anni dopo il periodo di assorbimento dell'amianto.

Un articolo de Il Sole 24 Ore, pubblicato sul sito dell’Inail, commenta la sentenza della Cassazione.

Clicca qui per consultare l’articolo

Articolo tratto dal sito http://www.tellusfolio.it

Torno su Taranto, perché è la prosecuzione di una nuova giurisprudenza che bisogna sostenere e propagandare, alla quale bisogna trovare alleanze sociali e Taranto è un test di eccezionale importanza. Ho citato in proposito il caso Thyssen Krupp e quello dell'amianto a Casale. In ambedue i casi viene fatta ricadere la responsabilità penale sulla proprietà e sulla dirigenza, sicché i danni all'ambiente e alla salute o alla sicurezza sul lavoro non restano generiche osservazioni e consigli di riguardarsi o di stare attenti (non respirare? per esempio), ma caricano sulle spalle di chi ha il potere ed estrae profitto dalle varie lavorazioni nocive la responsabilità di farlo senza riguardo alcuno per l'ambiente e per le persone: è finita, d'ora in avanti dovranno rendere conto, buttare sangue, cioè - per loro - soldi. È assolutamente necessario favorire questa tendenza del diritto, trattando forme tempo passaggi gradualità necessarie col motto “le fabbriche non debbono chiudere, e la popolazione, i lavoratori e le lavoratrici debbono essere al più presto e gradualmente sottratti/e ai rischi per la salute, a spese degli inquinatori”.

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In Italia c'e' amianto dappertutto. Procura Torino,26 mila casi

(ANSA) - TORINO, 25 LUG - ''Serve un Osservatorio nazionale sui tumori derivanti da ambienti di lavoro e di vita''. E' la richiesta ribadita dal procuratore di Torino, Raffaele Guariniello. L'ufficio del Pm della storica sentenza Eternit,in 15 anni ha analizzato 26 mila casi. ''Purtroppo in Italia c'e' amianto dappertutto, in case, uffici e scuole. Speriamo ci siano le risorse necessarie per completare le bonifiche'', ha detto il magistrato.

Articolo tratto da http://info.rsi.ch

Amianto, Schmidheiny ricorre

Contro la sentenza emessa in febbraio a Torino

Stephan Schmidheiny ha inoltrato ricorso contro la sentenza sul caso Eternit emessa da un tribunale di Torino in febbraio. Lui e il barone belga Louis de Cartier erano stati condannati a 16 anni di carcere e a risarcimenti milionari per disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele anti-infortuni.

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