di Enrico Piovesana
A fine gennaio il ministro ‘tecnico’ della Difesa Di Paola aveva annunciato che i nostri cacciabombardieri schierati in Afghanistan sarebbero stati impiegati anche in operazioni di bombardamento. Una decisione eminentemente ‘politica’ imposta in spregio all’articolo 11 della nostra Costituzione e alle regole della nostra democrazia parlamentare – la modifica dei ‘caveat’ decisi dal Parlamento è stata solo notificata in un’audizione in commissione, mentre doveva essere dibattuta e votata in aula. Una decisione tradotta subito in pratica con il regolare impiego dei quattro Amx del 51° stormo dell’aeronautica militare in azioni di bombardamento.
Azioni che – conferma a E-il Mensile il tenente colonnello Francesco Tirino, portavoce del contingente italiano in Afghanistan – si sono moltiplicate nelle ultime settimane con il lancio dell’operazione Shrimp Net (rete per gamberi) nella provincia di Farah, volta a debellare la resistenza talebana nei distretti del Gulistan e di Bakwa in vista della loro riconsegna alle forze armate afgane in autunno.
Tenente colonnello Tirino, conferma l’utilizzo dei nostri Amx in missioni di bombardamento?
I nostri assetti presenti in teatro, Amx compresi, vengono usati al cento per cento della loro capacità a difesa delle nostre truppe sul terreno, dei nostri alleati e della popolazione afgana.
Conferma il loro impiego con bombe nell’offensiva militare italiana in corso nella provincia di Farah?
Nell’ambito dell’operazione congiunta Shrimp Net gli Amx vengono impiegati con sgancio di bombe per le attività appena dette o per azioni preventive: ad esempio, le bombe a guida laser sganciate dai nostri Amx hanno distrutto un’antenna collocata in una zona impervia di montagna e usata dagli insorti per le loro comunicazioni radio.
I nostri Amx hanno partecipato anche ad azioni di bombardamento su ‘forze nemiche’: si parla di decine di talebani uccisi dai raid aerei Nato nella zona…
Non è che ogni volta che usiamo questi assetti aerei facciamo un comunicato stampa. Quel che è certo è che i nostri aerei sono impiegati osservando rigidamente le norme internazionali e nazionali, quindi senza conseguenze sulla popolazione civile.
Magari civili no, ma secondo fonti di stampa afgane ci sarebbero stati decine di militari afgani uccisi da ‘fuoco amico’ nel corso di bombardamenti aerei alleati in Gulistan…
Non ho notizia di questo, quindi non posso commentare.
All’offensiva in corso a Farah ne seguiranno di analoghe nelle altre zone calde di competenza italiana destinate a passare sotto controllo delle forze afgane?
Sono allo studio operazioni di messa in sicurezza anche nella zona di Bala Murghab, nella provincia settentrionale di Badghis, dove la situazione di sicurezza è comunque migliore di quella che abbiamo a Farah.
di E il mensile